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L'appuntamento
Nicola Morisco
17 Ottobre 2020
Questa volta sarà il suo spirito a essere evocato. Parliamo di Florian Fricke, geniale compositore e intellettuale del gruppo tedesco dei Popol Vuh che, a 19 anni dalla sua scomparsa (dicembre 2001), sarà omaggiato con il progetto Popol Vuh Beyond – Requiem for Florian a firma degli ex compagni Frank Fiedler e Guido Hyeronimus, con la voce di Biljana Pais, il violoncello di Nicoletta D’Auria e le percussioni di Domenico Monaco. Il live andrà in scena questa sera alle 21 al teatro Kismet di Bari per il penultimo appuntamento della XXXV edizione del festival Time Zones. La serata sarà aperta dal duo Cico Beck (Aloa Input, the Notwist) e Nico Sierig, con un nuovo live che combina strumenti robotici, elettronica e percussioni trash, in un continuo sincretismo tra sintetizzatori analogici, strumenti a percussione e computer.
Non si esagera nel definire i Popol Vuh come una parte importante della storia della musica del ‘900: precursori della musica elettronica e new age, che ha poi ispirato l’ambient di Brian Eno e Robert Fripp, e una costante ricerca nella musica sacra per conciliare il misticismo occidentale con quello orientale. Per questo le intuizioni di Fricke, sono diventate patrimonio di tutti quelli artisti che ancora oggi si ispirano alle sue invenzioni. Il loro suono rappresenta ancora oggi il più alto incontro della musica con la filosofia e non solo quella orientale. Capolavori come Osiana Mantra, In den garten pharaos e le colonne sonore per il regista tedesco Werner Herzog, disegnano visualizzandolo qualcosa di sospeso tra la terra ed il cielo. Ed è questo un mondo di suoni e di sensazioni davvero inarrivabile, indicibile nella sua maestosità, nella sua bellezza cosmica.
I Popol Vuh colpiscono la nostra immaginazione, la nostra fantasia con raffiche fatte di esotismo e di esoterismo timbrico. Hanno la capacità di raggiungere il segno della nostra essenza, affascinano sensi e nervi, catturano la nostra attenzione e la nostra mente, per trasportarci in paesaggi lontani, in mondi diversi, dove la parte più intima e nascosta di noi stessi, trova la chiarezza e tende a risplendere. Il tributo «Popol Vuh Beyond», nasce a Bari perché Florian ha lasciato un pezzo del suo cuore e a Time Zones, nel labirinto del centro storico di Molfetta nel 1998 con una live installation stravolgente dando prova di essere un’artista talmente avanti da essere fuori dalla comune concezione del tempo. Da quell’esperienza nacque l’idea di Messa di Orfeo, ultimo lavoro discografico dei Popol Vuh. Con quel disco, inizia una lunga collaborazione l’artista argentina, barese d’adozione, Guillermina De Gennaro: prima come voce recitante in questo oratorio lisergico ispirato a Orfeo e poi come visual nella live installation.
Di quel lavoro di Fricke, venne affascinato anche Franco Battiato che lo volle al festival di Fano «Il violino e la Selce» da lui diretto. «Lavorare con Florian è stata una delle avventure più importanti del mio percorso d’artista visuale – ricorda l’artista De Gennaro -. Avendo lavorato a lungo nel cinema per Herzog, Florian riusciva a capire perfettamente come potesse essere importante nell’arte contemporanea il ruolo della musica. La dimensione estatica nelle due installazioni nelle quali ho collaborato, avevano trovato nella musica una naturale estensione del campo percettivo di chi in questi spazi d’arte ci finiva dentro. Oggi queste intuizioni possono apparire persino scontate ma, alla fine degli Anni ’90, si faticava a trovare spazio nell’arte contemporanea».
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