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Nicola Morisco
30 Settembre 2020
foto Simone Di Luca
Musica e arte a Time Zones. A partire da venerdì 2 ottobre, infatti, il festival delle musiche possibili si sposta per sette appuntamenti all’interno del teatro Kismet di Bari. Il primo, venerdì 2 alle 21, vede impegnati Remo Anzovino e Roberto Cherillo. Il primo set è affidato a Cherillo, una delle voci più belle e raffinate del jazz italiano, nonché un pianista fuori dall’ordinario. Compositore e cantautore, la sua ricerca musicale è una costante sperimentazione che, nel corso del tempo, ha identificato il canto quale passione principale. Di qui gli studi d’avanguardia sui timbri e sulla voce.
A seguire ci sarà Remo Anzovino, considerato uno dei più originali compositori e pianisti in circolazione, nonché il nuovo vero erede della grande tradizione italiana nella musica da film. L’anno scorso, infatti, ha ricevuto il «Nastro D’Argento – Menzione Speciale Musica dell’Arte» per le colonne sonore de «La Grande Arte al Cinema» su Sky Arte (da Van Gogh a Frida Kahlo, passando per Picasso, Monet e Gauguin). Il 44enne compositore di Pordenone, inoltre, è uno dei massimi esponenti della musica strumentale (oltre 8 milioni di streams solo su Spotify). Durante tutto il periodo del lockdown, Anzovino si è distinto per aver ideato e realizzato il «Diario Sonoro», un format online che attraverso la fantasia, la sua musica e i suoi racconti, ha guidato il pubblico (500mila visualizzazioni) in viaggi immaginifici.
Anzovino, il suo rapporto con la musica passa attraverso due momenti nodali: l’impegno civile, segnato dalla composizione «9 ottobre 1963 (Suite for Vajont)», e il rapporto quasi carnale con l’arte. Come si combinano?
«Tutta la mia storia artistica e compositiva è legata alla narrazione. Quindi sono un musicista ma anche un narratore che riesce a stare a suo agio dove c’è qualcosa da raccontare. Ho composto “9 ottobre 1963 (Suite for Vajont)” perché nessuno aveva pensato di ricordare quelle 2mila vittime. A ispirarmi è stato lo spettacolo dell’attore e regista Marco Paolini. Poi, il lavoro realizzato con Cineteca di Bologna mi ha permesso di avvicinarmi al linguaggio del cinema ed è arrivato anche il film “Hitler contro Picasso”».
Si sente all’interno di un genere musicale o le dà fastidio essere etichettato?
«Il compito di dare un’etichetta alla musica non è del musicista. Personalmente la divido in due categorie: quella che mi produce emozioni e quella che non lo fa. La musica è in ogni suono e rumore che le nostre orecchie possono udire ma, soprattutto, è nei silenzi».
A cosa sta lavorando e, soprattutto, cosa presenta a Time Zones?
«Ho appena finito la nuova colonna sonora del docu-film “Pompei. Eros e Mito” di Pappi Corsicato con la voce di Isabella Rossellini. Il disco uscirà il 9 novembre in concomitanza con il film. Amo Bari e da voi eseguirò alcuni dei temi più importanti della mia carriera».
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