Bari - La memoria storica del jazz pugliese da oggi è un po’ più povera: è morto a Bari a 86 anni il trombonista e polistrumentista Dino Blasi, tra i protagonisti della vita musicale regionale sin dagli Anni ‘50. Per molti appassionati baresi, il suo nome era legato all’indimenticato Southern Jazz Ensemble, ma quell’avventura, culminata negli Anni ‘70, era la diretta conseguenza di un impegno che nei due decenni precedenti aveva visto Blasi come musicista professionista al fianco di artisti quali Mina, Domenico Modugno, Gloria Christian e, in una leggendaria giornata romana del 1959, addirittura con Louis Armstrong.
Il suo incontro con la musica risaliva agli Anni ‘50, l’epoca dei cosiddetti «ballabili» e lo aveva visto impratichirsi con la fisarmonica e la chitarra. Il suo primo trio, in veste di chitarrista, lo vide in scena con il fisarmonicista Luciano Zotti e il batterista Renato Laviosa: benché poco più che adolescenti, riuscirono ad entrare nel cast della storica Caravella, che veniva trasmessa dall’Eiar (non ancora diventata Rai), con sede in via Putignani. E successivamente, sempre alla radio, venne invitato a prendere parte a una trasmissione che s’intitolava Lucignolo. Poi, appunto, la passione per il trombone e, nel giro di pochi anni, il definitivo debutto da professionista con l’ingresso nel gruppo di Nino Lastilla, i Musical Boy, che si esibiva nella Tavernetta dell’hotel Palace.
Ma di quella vita musicale intensa, interrottasi nel 1961, quando fu costretto a trovarsi un impiego dopo essere stato licenziato dal celebre cantante barese Gino Latilla - che aveva sciolto il gruppo per andare a lavorare alla Rai - Blasi ricordava appunto con orgoglio una data, quella del 25 aprile 1959. Aveva già un suo gruppo, Dino Blasi e i Senior e collaborava stabilmente con la Rai, ma al contempo si era unito anche a una band universitaria, la Southern Jazz Band, su invito del sassofonista Giosuè Musca – futuro docente dell’Ateneo barese. Quell’anno Armstrong fu invitato a prendere parte alla trasmissione televisiva Il Musichiere di Mario Riva e alla Rai si decise di farlo accogliere da una carovana di jazz band provenienti da tutt’Italia, affidando alle sedi regionali la ricerca dei gruppi. A Bari si pensò subito a lui, Dino Blasi e gli venne affidato l’incarico di mettere insieme una formazione. La scelta, dopo non poche preoccupazioni, cadde innanzitutto su due fiati adeguati, Tonino e Franco Dammicco a tromba e clarinetto; con loro, Giosuè Musca al sax soprano, Giancarlo Russo Frattasi al banjo, Beppe Semerano al contrabbasso, Enzo Sforza alla chitarra e Luciano Camaggi alla batteria.
Partirono alla volta di Roma col treno e, a causa del poco tempo a disposizione, fecero le prove nel vagone, lasciando stupiti tutti gli altri viaggiatori. E una volta a Roma, il giorno prima della trasmissione presero anche parte a una grande jam session cui intervenne lo stesso Armstrong in veste di ascoltatore. Poi, l’indomani, il programma con tutte le band impegnate in When the Saints insieme con il grande trombettista. Un ricordo incancellabile per lui, di quelli che segnano una vita intera, ma anche emozionante per chiunque avesse l’occasione di ascoltarlo dalla sua viva voce.
Nella sua vita artistica lunga e intensa, Blasi ha incrociato numerosi musicisti pugliesi: fra i tanti Peppino Sciannamea, Franz Falanga, Armando De Cillis, Gianni Giannotti, Tonino Antonelli, Bruno Giannini, Claudio Veraldi, Peppino Mitolo, Nino DI Leone e la lista potrebbe continuare ancora.
Piace però ricordarlo anche per la sua passione che lo aveva portato ad accostarsi ai giovani in veste di mentore - ne sa qualcosa il pianista Nico Marziliano -, insegnante e persino a fare l’accordatore di pianoforti, quando suonare non era più così facile. Una passione mai sopita, anche negli ultimi anni quando, persa quasi del tutto la vista, usava il suo orecchio musicale per riconoscere alla prima sillaba la voce degli amici. Una vita in musica, la sua, dalla quale si può imparare ancora molto.