TARANTO - Un affaccio mozzafiato sul mare e su tutta la città, di cui godono solo i rifiuti. Via Mar Piccolo al quartiere Tamburi potrebbe essere un belvedere e invece è una discarica. Appena si svolta dalla stretta e buia via Buffoluto, si viene invasi dalla luce e dalla bellezza della vista. Lo sguardo si perde sul Mar Piccolo, fino al ponte Punta Penna. Guardando a destra si vede tutta la città, dall’Isola alla Banchina Torpediniere. Guardando a sinistra si può vedere la Circummarpiccolo. Le palazzine basse del primo ‘900, ormai sono decadenti, così come la strada scoscesa. Un guardrail divide la via da una striscia di terra incolta a strapiombo sul binario della stazione: un lembo di erba secca che prende fuoco ogni estate. Sotto scorre frettoloso il treno regionale per Brindisi. Più giù ancora il pullulare mattiniero del mercato del pesce, che diventa una catasta deserta di cassette di polistirolo puzzolenti con il caldo di mezzogiorno.
«Questo è un luogo a sé stante». Maria Martinese abita qui da qualche anno, ha scelto di viverci perché si è innamorata della vista. «Non esiste pulizia – spiega – non esistono controlli. C’è una diatriba perché fino al guardrail è del Comune di Taranto, dopo appartiene a Ferrovie dello Stato che non interviene mai. Sono 3 anni che vivo qui e su quella striscia di terra non c’è mai stata una pulizia, se non da parte dei cittadini e delle associazioni di volontariato».
Maria racconta che lo scarico di spazzatura è continua. Elettrodomestici, materiale di cantieri edili, carte, buste, mattoni, sedie, cassette di polistirolo, c’è veramente di tutto.
Martedì Kyma Ambiente ha ripulito la strada con il ragno meccanico, ma ieri appariva sporca come se le operazioni non fossero mai state fatte.
«Bisogna cambiare la testa delle persone»...