TARANTO - Sono terminate oggi le operazioni di analisi e gestione dello spiaggiamento, avvenuto lo scorso 27 dicembre, di un capodoglio. Ultimo sopralluogo, dunque, per monitorare l’efficacia del sistema di affondamento dopo la mareggiata della scorsa settimana. Una operazione complessa che si è avvalsa della sinergia degli enti coinvolti, dalla Capitaneria di Porto di Taranto, alla Asl - Taranto, IZSPB, Comune di Leporano, UNIBA e CERT. A raccontarlo sui social la Jonian Dolphin Conservation, l'organizzazione di tutela ambientale che dal 2009 osserva, studia e tutela i cetacei del Golfo di Taranto.
Il capodoglio era una femmina di circa 12 metri, di certo adulta visto che presentava latte nelle mammelle. I margini della lacerazione lasciano ritenere sia stata colpita dall'elica di una grossa imbarcazione. Le dimensioni dell’animale e la difficoltà legata alla complessità della costa rocciosa ne hanno reso impossibile lo smaltimento portandolo a secco. E per questo gli enti intervenuti hanno optato per un affondamento controllato.
Il capodoglio è stato quindi avvolto con una rete per minimizzare la dispersione di materiale organico. Dopo una accurata fase di preparazione, durata diversi giorni, è intervenuto sul posto il Multicat KINETIC AG di ECOTARAS con il quale l’animale è stato inabissato utilizzando una zavorra da 2,5 T.
Un evento di grandissima rilevanza scientifica che non si limita a questa fase: sarà fondamentale il monitoraggio periodico per comprendere il processo di decomposizione di un animale così importante avviando importanti azioni di ricerca.
Si tratta di un esempio di best practices nella gestione delle emergenze dopo l’esperienza dello Zifio spiaggiato nel 2019 sempre a Taranto.