Incidente mortale al quarto sporgente del porto di Taranto. Un operaio tarantino quarantenne, Massimo De Vita, con la qualifica di rizzatore, ha perso la vita mentre era impegnato, secondo le prime informazioni trapelate, in operazioni di movimentazione di un grosso carico. L’uomo è stato schiacciato e ucciso da un grosso telaio in ferro che si è ribaltato durante le operazioni di movimentazione a terra di un carico di pale eoliche danneggiate sbarcato poco prima dalla nave Bbc Opal. Per il lavoratore non c'è stato scampo.
A quanto si è appreso, le pale eoliche erano state tutte sbarcate e si stava procedendo al posizionamento a terra dei telai in ferro. Per cause in corso di accertamento, uno di questi si è ribaltato travolgendo l’operaio. De Vita, uno degli operai presi in carico dall’Agenzia per il lavoro portuale dopo la messa in liquidazione della Taranto Terminal Container, era stato assegnato alla Compagnia portuale e utilizzato per lavori di movimentazione seguiti da una ditta d’appalto, come operaio specializzato.
Con riferimento all’incidente sul lavoro avvenuto questa mattina sullo sporgente numero 4-Lato Ponente del porto di Taranto, in cui è morto un operaio di una ditta d’appalto, a quanto si è appreso durante la movimentazione di un carico di pale eoliche, Acciaierie d’Italia precisa «di non avere alcun coinvolgimento nelle operazioni che hanno condotto a tale incidente, né direttamente né tramite attività svolte da appaltatori per conto di Acciaierie d’Italia». L'azienda comunica inoltre «di non avere in gestione lo sporgente numero 4 -Lato Ponente del porto di Taranto».
«Apprendo con sgomento dell’incidente mortale avvenuto al quarto sporgente del porto, la mia paterna vicinanza alla famiglia del giovane operaio Massimo De Vita». Così l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro commenta la notizia dell’incidente mortale sul lavoro al porto. "Questa terra - aggiunge - continua ad immolare lavoratori, vite umane sacrificate al profitto lì dove il lavoro dovrebbe essere occasione della promozione della dignità umana e di emancipazione sociale». Monsignor Santoro si associa infine "all’appello accorato già lanciato da Papa Francesco: basta morti sul lavoro. È importante dare dignità all’uomo che lavora ma anche dare dignità al lavoro dell’uomo - conclude riprendendo le parole del Pontefice - perché l’uomo è signore e non schiavo del lavoro».
UN ALTRO INCIDENTE QUESTA MATTINA - Durante le operazioni di scarico in corso al secondo sporgente del porto di Taranto, gestito da Acciaierie d’Italia, un escavatore si è ribaltato sulla banchina. Lo comunica la stessa azienda, precisando che «non si segnalano danni alle persone operanti nell’area». Sempre questa mattina, nell’area pubblica - non in uso al Siderurgico - del quarto sporgente del porto, si è verificato un incidente mortale sul lavoro. A perdere la vita un operaio 45enne in carico alla Compagnia portuale, schiacciato da un grosso telaio in ferro durante operazioni di movimentazione di pale eoliche.
DOMANI SCIOPERO NAZIONALE - Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno indetto per domani lo sciopero nazionale di un’ora ad ogni fine turno o prestazione di lavoro di tutti i lavoratori dei porti ed il suono delle sirene, alle ore 12, «in segno di lutto" a seguito dell’incidente sul lavoro costato la vita questa mattina a un operaio 45enne, Massimo De Vita, schiacciato da un grosso telaio in ferro durante lavori di movimentazione di pale eoliche al porto di Taranto. «A distanza di poco meno di un anno - sottolineano in una nota - è il secondo lavoratore che nel porto di Taranto perde la vita durante le operazioni di carico/scarico di pale eoliche. Bisogna scongiurare che eventi tragici come questi accadano ancora eliminando ogni fattore che possa causare incidenti, specialmente in un ambito così ad alto rischio, come quello del porto».
Filt Cgil, la Fit Cisl e Uiltrasporti ricordano che «era il 29 aprile 2021 quando Natalino Albano perse la vita nel tentativo di sfuggire ad una pala eolica che precipitò dopo essersi sganciata dall’imbracatura della gru che la stava sollevando. L’incidente di questa mattina riaccende tristemente i riflettori sugli elevati rischi del lavoro portuale». Secondo le tre organizzazioni sindacali, «occorre rimettere al centro la parola sicurezza nell’agenda delle istituzioni ministeriali e del Governo, a partire dalla emanazione dei necessari provvedimenti di aggiornamento del decreto legislativo 272/99, ripetutamente sollecitati. Ci stringiamo nel dolore alla famiglia di Massimo De Vita».
(foto Todaro)