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Matera, tutti in piazza contro la morte di George Floyd: il flash mob «Lasciateci respirare»

 
Redazione online (Foto Genovese)

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Redazione online (Foto Genovese)

La protesta silenziosa fatta con le dovute distanze di sicurezza

Martedì 02 Giugno 2020, 20:05

MATERA - Si è tenuto oggi 2 giugno, in piazza San Francesco a Matera l’evento “Lasciateci respirare, un flash mob contro tutte le ingiustizie", l'iniziativa organizzato dalla giovane materana Elena Esposito per protestare pacificamente a seguito dell’uccisione tramite soffocamento dell'afroamericano George Floyd da parte di un poliziotto di Minneaopolis. Caso, ripreso in un video, che ancora oggi sta facendo discutere tutta l'America e il mondo.

“Questo atto di solidarietà nei confronti di George Floyd avverrà in conformità con le misure adottate dal Governo Italiano e con i provvedimenti attualmente vigenti in merito all’emergenza sanitaria pubblica del Covid-19. Verrà, dunque, rispettata la misura di 1 metro minimo di distanziamento sociale tra i cittadini. Saremo muniti di mascherina - spiega la Esposito - (oggetto che simbolicamente allude all’impossibilità o alla difficoltà di respirare) e di cartelli contenenti la frase “I can’t breathe”.

«Nonostante ciò sia accaduto dall’altra parte dell’oceano Atlantico, queste immagini hanno colpito profondamente la sensibilità di milioni di persone e vorrei che noi, come comunità materana, dimostrassimo di non essere indifferenti, di non tollerare nessuna forma di violenza, di sopraffazione e di razzismo. L’indifferenza è il male peggiore - spiega Elena - e io vorrei che Matera, nel suo piccolo, possa palesare la sua vicinanza a George Floyd, alla sua famiglia e a tutti coloro che subiscono violenze ingiustificate e assolutamente ingiuste. Credo che bisogni lottare contro questa violenza, la violenza di un uomo che consapevolmente e senza battere ciglio ha decretato la morte di un suo simile impedendogli di respirare. Non voglio vivere in un mondo in cui persone che dovrebbero rappresentare lo stato e la giustizia lo fanno in questa maniera. Non voglio vivere in un mondo in cui, addirittura in pieno giorno, un uomo viene ucciso mentre implora di poter respirare e invoca piangendo sua madre affinché possa proteggerlo».

«Non voglio vivere in un mondo in cui l’unica possibilità di reazione e azione che noi stessi ci concediamo è quella di indignarci o arrabbiarci di fronte a uno schermo - e specifica nella nota - Voglio scendere in piazza, voglio poter usare la parola Comunità senza dover necessariamente farla seguire dagli aggettivi digitale o telematica. Uniamoci per dimostrare che c’è solidarietà e vicinanza al di là di ogni confine e di ogni distanza geografica. Lasciateci respirare in un mondo giusto, equo, in cui chiunque appartenga a minoranze non venga guardato con diffidenza e disprezzo ma venga incluso e integrato.
Lasciateci respirare in un mondo che riconosce e valorizza le diversità e che ragiona all’insegna dell’uguaglianza e del rispetto tra pari».

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