«Pillole ricostituenti». Non sono farmaci, né soluzioni galeniche, bensì il compendio dei salutari frutti del ricchissimo patrimonio dell’agrobiodiversità che in Puglia viene conservato da secoli. Autore del libro (un e-book da oggi disponibile gratuitamente on line; scaricabile liberamente al link karpos.biodiversitapuglia.it) è Pietro Santamaria, molese, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università di Bari, che ha raccolto insieme ai gruppi di ricerca Biodiverso Karpos e Biodiverso Veg curiosità, racconti, aneddoti: «Tutto quello che serve – spiega - per conoscere e ricordarci di quanto c’è ancora da sapere sugli ortaggi da frutto».
Il libro «Pillole (ricostituenti) di agro biodiversità degli ortaggi pugliesi da frutto» è la prima preziosissima pubblicazione, quasi un bugiardino di pillole di agrobiodiversità, completo di istruzioni per l’uso e notizie utili su alcune delle varietà di ortaggi da frutto di antica coltivazione. «Un lascito che dobbiamo al lavoro secolare ed incessante dei nostri agricoltori – aggiunge il docente e coordinatore del progetto Biodiverso - delle popolazioni che hanno abitato e tutt’oggi vivono nei territori rurali pugliesi e di tutti coloro i quali hanno gelosamente tenuto vivo un patrimonio cui sono legate tradizioni, cultura ed economia». In 82 pagine, l’autore svela i luoghi, i nomi e le caratteristiche di prodotti che si pensavano estinti ma che grazie ai progetti di ricerca dell’università del capoluogo e alla disponibilità di tanti difensori della biodiversità del territorio, continuano a produrre frutti. Si scopre, per esempio, che sono 22 le specie di peperone presenti con le diverse declinazioni piccanti dei peperoncini che «dimezzano il rischio di infarto e ictus». Altra chicca, la pratica colturale della «Masciaise» (rinnovo del terreno) diffusa a Mola per la coltivazione del pomodoro. Dal prezioso lavoro di ricerca spuntano piante e frutti come gli «Sputaveleno», i noti «Scupatizze», «Barattieri» e «Caroselli» (della categoria dei cocomeri). E poi: «Il cavaliere verde», le decine di specie di zucca e zucchina, melanzane, dalle forme e colori tra i più disparati che svelano l’identità di una agricoltura senza tempo. Ogni prodotto è introdotto da didascalie e racconti. «Un manuale intrigante – così aggiunge Luigi Trotta, dirigente della Sezione competitività delle filiere agroalimentari della Regione Puglia che firma l'introduzione del libro –, un lavoro che contiene una raccolta significativa della grande ricchezza che ritroviamo nei nostri territori, un lascito delle popolazioni che hanno abitato e tutt’oggi vivono nei territori rurali pugliesi e di tutti coloro i quali hanno gelosamente tenuto vivo un patrimonio a cui sono legate tradizioni, cultura ed economia. Spesso dimentichiamo – aggiunge - che alla base del nostro cibo c’è una grande quantità di conoscenze e di saperi, che le riscoperte su solide basi scientifiche dei nostri ortaggi rendono attuali e, anzi, valorizzano, restituendoci informazioni inattese e spesso sorprendenti sulle loro caratteristiche e qualità». È questo lo scopo di Biodiverso Karpos, uno dei progetti finanziati dal Programma di sviluppo rurale della Puglia, che con risorse comunitarie sostiene studi di recupero, conservazione e valorizzazione della biodiversità vegetale e animale.
(l'autore Pietro Santamaria)