Il signor Acciuga è diventato ancor più magro del solito. Forse il lungo viaggio per raggiungere Mosca lo ha un po’ provato o forse, dopo quel che ha visto, la sua malinconia s’è fatta più spessa e palpabile.
A Mosca c’è arrivato seduto sulla sua panchina-slitta, un po’ squinternata a dire il vero, ma dotata di un perfetto sistema di wifi immaginativo, capace d’intromettersi anche nelle linee più protette del Cremlino.
Il signor Acciuga ne ha fatto un uso discreto ma sostanziale assistendo all’incontro tra Putin e Xi Jinping.
Ecco la sua cronaca.
Seduti su poltroncine bianchissime, i due presidenti sono divisi solo da un tavolino altrettanto bianco con un bouquet di rose bianche poggiato al centro.
I vestiti d’ordinanza sono neri, ma il wifi fa vedere in trasparenza le divise militari che indossano sotto le camicie immacolate e le cravatte colorate tra il blu e il viola.
Le mani di entrambi tengono stretti i braccioli ricurvi delle loro poltroncine, come se temessero un terremoto improvviso che gli faccia perdere l’equilibrio.
Il wifi trasmette alle loro menti immagini di case distrutte dalle bombe e di corpi dai quali la vita è stata costretta a fuggire troppo presto e all’improvviso. Il sangue è dappertutto. Vedo che sbarrano gli occhi, ma subito dopo tornano al loro dialogo apparente.
Ognuno dei due parla la propria lingua. Dice una frase e aspetta che l’interprete traduca all’istante.
Negli attimi tra la frase pronunciata la frase tradotta e la frase ascoltata il wifi produce interferenze, inverte i fonemi, ricompone le frasi, i due presidenti si guardano perplessi.
Scuotono la testa, ma così piano che non si muove nessun capello. Quelli di Xi Jinping sono tagliati quasi a spazzolino, scuri con qualche piccola screziatura all’altezza di una basetta subito interrotta; quelli di Putin sono grigio-rosato, con una scriminatura solo accennata e una radura proprio sopra la fronte.
I capelli di entrambi hanno una netta ritrosia a ogni possibilità di spostamento e anche se d’improvviso dal camino retrostante scendesse vento impetuoso, quel vento che il wifi manda nelle auricolari di entrambi i presidenti, nemmeno un singolo capello si sposterebbe dal proprio bulbo.
Danno l’idea di essere capigliature immerse in un sonno profondo o incarcerate nel perimetro della testa.
Gli unici movimenti sono concessi alle scarpe, entrambe nere come i loro vestiti. Quelle di Xi Jinping si limitano di tanto in tanto ad alzare i tacchi di pochi centimetri, per poi riposizionarsi in buon ordine sul vasto tappeto a figure geometriche; quelle di Putin sembravano torcersi come se i piedi al riparo buio delle tomaie potessero confessare un desiderio incontenibile di scalciare, d’aggredire, di far male.
Sento che il presidente Xi Jinping allude a un testo diviso in dodici parti. Forse lo ha in tasca, ma non accenna a prenderlo, ha le mani ancora attaccate ai braccioli.
Il wifi lo lascia scorgere per un attimo; sembra scritto su un fogliettino trasparente ripiegato in quattro come i bugiardini delle medicine, dove in caratteri minuscoli è difficile leggere: pericolo di morte!
Gli occhi mi s’infilano tra le sillabe e le modificano.
Leggo in caratteri ben più ingranditi: pericolo di pace!
Nella tasca di Xi Jinping il fogliettino si muove come un serpentello, ma forse è solo un fazzoletto aggrovigliato.
Putin chiude gli occhi per due attimi. Xi Jinping increspa le labbra.
Il tempo dell’incontro è scaduto e mai i loro sguardi si sono incontrati. Prima di alzarsi, la scarpa destra di Putin si muove piegandosi di lato, lasciando scoperta la suola già a carrarmato. Le scarpe di Xi Jinping sono incollate al tappeto.
Accomiatandosi, la mano sudata dell’uno va nella mano asciutta dell’altro per poi riattaccarsi alle braccia.
I due presidenti sono entrambi in piedi, ma i loro vestiti neri sono rimasti seduti sulle poltroncine bianche.
Entrambe le tute mimetiche cadono un po’ sbilenche sui loro corpi, forse lo sbadato cerimoniale ha invertito le misure. Gli scarponi invece calzano i loro piedi a pennello.
Il signor Acciuga, sulla sua panchina-slitta dotata di wifi, è già sulla via del ritorno.

Gli occhi mi si infilano tra le sillabe e le modificano. Leggo in caratteri ben più ingranditi: pericolo di pace!
Giovedì 30 Marzo 2023, 12:41
Biografia:
La meridiana, detta anche, impropriamente, orologio solare o quadrante solare, è uno strumento di misurazione del tempo basato sul rilevamento della posizione del Sole. Attraverso le parole di Silvio Perrella facciamo un viaggio nel tempo nei luoghi del cuore che profumano di Meridione e Sud.
Silvio Perrella
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