Sabato 06 Settembre 2025 | 05:59

L'abbraccio anfibio sul fondo della pietà

 
Silvio Perrella

Reporter:

Silvio Perrella

L'abbraccio anfibio sul fondo della pietà

Non necessita leggere i giornali per sapere che si tratta del corpo squassato dalle onde di Kenan Shukur

Giovedì 09 Marzo 2023, 10:15

Il signor Acciuga si cambia di vestito piuttosto di rado. Quando sente che il suo sembiante va messo in relazione a una stagione o a un particolare avvenimento o a un ghiribizzo della mente, s’avventura per stradine solitarie e impervie e giunge a una fabbrica che apparentemente sembrerebbe dismessa ma che, entrando per una porticina secondaria da lui ben conosciuta, si rivela in piena attività, anche se sarebbe difficile stabilire di quale precisa attività si tratti.
A volerla dire tutta, si tratta un luogo dove è possibile farsi dare un’aggiustatina alle squame, riformulare la foggia di un cappellino che potrebbe un pomeriggio d’autunno tornare utile, dare un nuovo tono a calzoni che ormai cadono vetusti su piedi-pinne sempre vogliosi di andare per l’universo terracqueo.
Assistere alle prove di vestiario del signor Acciuga è uno spasso.
Chi gli prende le misure, non sa mai se sta facendo i conti con il suo lato destro o con quello sinistro. La sua magrezza a tratti lo rende evanescente e imprendibile, non ci fossero a brillare di tanto in tanto i grani di sale che il signor Acciuga ha sempre con sé tra una squama e l’altra.
Nel suo essere quanto mai sottile spicca l’avventura del naso, ben piantato al centro del viso, in ottima funzione, sempre pronto a scovare atomi di olfatto da vivisezionare e mettere sulla catasta ampia e variata delle percezioni.
Sotto questo particolare aspetto va aggiunto che al signor Acciuga non sfugge nulla degli afrori e dei profumi che provengono dal suo stesso sembiante lievemente arlecchinesco, soprattutto se colpito dai raggi obliqui del tramonto.
La visite del signor Acciuga alla fabbrica degli aggiusti spesso coincidono con il desiderio di andare a raggiungere la sua panchina sottomarina.
In quanto essere anfibio, tra le panchine da lui frequentate non mancano quelle che giacciono nella profondità dei mari.
Quando Acciuga è finalmente assiso sulla sua panchina sottomarina in genere prova ad accavallare le gambe, muove leggermente le pinne finali per fare spazio nell’acqua e guarda.
Un volta laggiù si riusciva a stare non dico in perfetta armonia, ma almeno in una situazione dove era possibile far passare il tempo senza troppo traumi.
Adesso invece…
Il signor Acciuga osserva e mentre osserva vede un corpo del tutto umano, non certamente anfibio, che scende lento verso la sabbiosità agre del fondo.
Al signor Acciuga non necessita leggere i giornali per sapere che si tratta del corpo squassato dalle onde di Kenan Shukur.
Ne conosce la storia; sa che la sua vita era cominciata in Afganistan; sa che non gli era ignota Kabul; sa che era poi approdato in Turchia; e sempre inseguito sia dalla sua passione per il sapere, per lo studio, per l’espressione di sé, sia dal Terrore forgiato in apparenza in forme diverse ma sempre lo stesso nel toglierti il fiato, nel metterti piombo ai piedi, nell’ammutolirti nel disagio e nella paura.
Lo vede il signor Acciuga quanto Kenan, rispetto alla sua età indefinibile ma certo vetusta, sia invece un emblema della gioventù; gli sembra di poterne ancora scorgere il sorriso, lo slancio verso parole amorevoli ardite serpentine.
Prima che il corpo di Kenan tocchi il fondo, il signor Acciuga sposta la sua panchina e fa in modo di poterlo accogliere tra le sue braccia; arrivano prima la camicia, che nello scendere si è aperta e lascia vedere il cuore senza battiti e vermiglio e poi l’oscillare lieve quasi da alghe dei capelli scuri, scurissimi.
La magrezza del signor Acciuga si spalanca; d’improvviso ha braccia petto e gambe per poter evitare a Kenan l’impatto con il fondale e la famelicità dei pesci-calibani.
Il signor Acciuga e Kenan diventano uno stesso corpo; un individuo non solo anfibio, ma attraversato dalla pietà.
A saper guardare, però, si può distinguere un movimento di braccia che cullano Kenan come un bimbo appena nato.
Mentre Acciuga culla Kenan un bigliettino di fortuna ma illeso, bianchissimo con caratteri azzurri come l’acqua, volteggia verso il fondo e si ferma proprio sopra la panchina sottomarina.
Poi piovve dentro all’alta fantasia, leggono entrambi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Silvio Perrella

La Panchina

Biografia:

La meridiana, detta anche, impropriamente, orologio solare o quadrante solare, è uno strumento di misurazione del tempo basato sul rilevamento della posizione del Sole. Attraverso le parole di Silvio Perrella facciamo un viaggio nel tempo nei luoghi del cuore che profumano di Meridione e Sud.

Silvio Perrella

Calendario dei post

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)