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Nicola Simonetti
02 Marzo 2018
Una modifica alla vecchia canzone “Abbassa la tua radio…” portata al successo RAI e di pubblico dal cantante di Noci, Michele Montanari, di cui ha pubblicato un volume-ricordo la figlia Gianna Bevilaqua (Rai Eri ed.).
E la modifica (“alza” - il volume - invece che “abbassa”) è resa attuale dall’incremento dei “difettosi” di udito (7 milioni di italiani e non tutti over anta, di cui 5 milioni non utilizzano protesi) i quali, secondo una recente ricerca internazionale che sarà presentata, il 3 marzo, giornata mondiale dell’udito, al Parlamento europeo, rischiano di veder aumentare del 28% le proprie difficoltà a svolgere le attività quotidiane più semplici (persino mangiare, vestirsi, fare la doccia) e, senza correzione, l’incremento di probabilità di demenza (+21%) e, negli uomini, di depressione (+43%).
Sotto accusa, da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’incremento di rumori che circonda la nostra giornata, in casa e fuori. Galeotti specifici gli ambienti chiusi come discoteche e dintorni, l’abuso di cuffiette ed auricolari, il ricorso immotivato e protratto a farmaci ototossici (alcuni antibiotici, Fans come aspirina, Ibuprofene, Ketoprofene, Fenilbutazone, ecc) .
L’OMS suggerisce prudenza e semplici accorgimenti, come protezioni acustiche in luoghi rumorosi, meno cuffiette ed auricolari, controllo periodico dell’udito, uso limitato di farmaci ototossici e, in caso di disturbo dell’udito, ricorso a soluzioni acustiche, dispositivi altamente tecnologici, quasi invisibili e personalizzabili a seconda delle esigenze della persona.
“Un sospetto calo uditivo – dice il prof. Alessandro Martini, otorinolaringoiatra, università Padova - impone di intervenire il prima possibile: controllo medico e specialistico e, in caso di bisogno, protesi acustiche. Questi dispositivi non solo permettono di tornare a sentire ma possono proteggere anche dal rischio di perdere la propria autonomia e di sviluppare qualche forma di demenza o di depressione”.
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