Ricercatori del CREA Viticoltura ed Enologia, sede di Turi, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Bari, ha realizzato una ricerca sull’uomo per valutare i rapporti fra assunzione prolungata di uva e alterazione dei processi di coagulazione e fibrinolisi che possono indurre patologia cardiovascolare.
I ricercatori hanno fatto assumere a volontari, per tre settimane, in aggiunta alla propria dieta abituale, 5g per kg del loro peso corporeo di uva da tavola fresca.
Ad altri volontari (gruppo controllo), invece, i ricercatori hanno consentito di continuare a seguire la propria dieta abituale escludendo completamente l’uva.
I componenti dei due gruppi sono stati sottoposti ad esami ematici prima, a fine prova e ad un mese di distanza.
Ci si attendeva un aumento della glicemia ma non si è registrata alcuna variazione di tali valori.
Analogamente il profilo lipidico (grassi nel sangue) è rimasto invariato.
“Il dato, invece, che ha confermato l’ipotesi dell’indagine è stata – dicono i ricercatori - la constatazione, attraverso appunto i risultati dell’esame del sangue, di consistente aumento della capacità fibrinolitica del plasma con effetto anticoagulante. Si è registrata una lotta vincente contro i meccanismi di formazione dei trombi e l’esaltazione di quelli deputati alla loro rimozione.
In definitiva, è emerso che gli effetti salutari derivanti dall’assunzione dell’uva da tavola fresca potrebbero contribuire a proteggere l’organismo dall’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Tali effetti antitrombotici, inoltre, persistono anche dopo l’interruzione dell’assunzione”.
Per la ricerca è stata utilizzata, per la prima volta, uva da tavola fresca e non derivati. È stata scelta la varietà Autumn Royal, a bacca nera, per le sue caratteristiche: moderato contenuto di zuccheri, elevato contenuto di composti polifenolici e in particolare di antociani, elevata attività antiossidante.
“L’uva, se assunta nella dieta alle dosi suddette (5 grammi per kg del peso corporeo: per es. soggetto che pesa 65 kg. 325 gr. al giorno) risulta indicata come valido ausilio nel trattamento dei principali fattori di rischio dell’aterosclerosi come ipertensione, diabete, iperlipidemia e stress ossidativo, al punto da poter contribuire a ridurre la mortalità legata ai disturbi cardiovascolari”.