Lunedì 27 Ottobre 2025 | 21:39

Comprendere una notizia sulla salute: ci riesce solo meno di un cittadino europeo su due

 
Nicola Simonetti

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Nicola Simonetti

Comprendere una notizia sulla salute: ci riesce solo meno di un cittadino europeo su due

Lunedì 27 Ottobre 2025, 17:56

Comprendere una notizia sulla salute: ci riesce solo meno di un cittadino europeo su due. Un giovane su tre non distingue una fonte affidabile da una fake news secondo la ricerca di “ European Health Literacy Survey ” (2025) promossa dalla Commissione Europea. Dove si nasconde l’inghippo? La formazione alla comunicazione sanitaria rimane una lacuna strutturale anche nei percorsi accademici di medici e operatori. Ed allora, chiudiamo “bottega”, visto l’ inutilità di ogni comunicazione, vista la sua incomprensibilità per più della metà delle persone? I ricercatori sottolineano che “l’integrazione sistematica della comunicazione e dell’alfabetizzazione sanitaria nei curricula è urgente”, perché la capacità di dialogare in modo efficace con il pubblico è ormai parte integrante della qualità della cura. Tentar non nuoce e vi si impegna WHIN – Web Health Information Network che ha organizzato “Le parole per dirlo”, il primo laboratorio: un momento di confronto e co-progettazione per ripensare come comunichiamo la salute ed inaugura il Forum Permanente sulla Comunicazione Medico-Scientifica, un percorso pensato per far dialogare giornalisti, comunicatori, clinici, associazioni, istituzioni e aziende farmaceutiche sulle nuove sfide della divulgazione sanitaria. Parlare di salute non è mai neutro. Termini come prevenzione, tumore, obesità o vaccini non solo veicolano contenuti scientifici, ma anche emozioni, paure e significati culturali. Proprio su questo si concentra il laboratorio “Le parole per dirlo”, che riunisce esperti ed esperte da ambiti diversi della comunicazione e della salute per riflettere su come rendere il linguaggio medico più accessibile e inclusivo.

A partire dalle evidenze della European Health Literacy Survey, che segnala livelli di comprensione sanitaria ancora bassi in tutta Europa, WHIN (supporto non condizionante di Lilly e Merck) vuole accendere i riflettori – una missione di lungo periodo - su un nodo cruciale: la distanza tra chi comunica e chi riceve il messaggio. E lo ha fatto distribuendo a un gruppo di giornalisti, comunicatori e professionisti del settore medico- scientifico, un questionario (tra gli altri, il prof. Pier Luigi Lopalco dell’Università del Salento) su “Le parole difficili della comunicazione sulla salute”- L’obiettivo è raccogliere le percezioni su quali termini risultano più complessi da comunicare e perché. Il questionario, anonimo, analizza dieci parole chiave (tra cui tumore, salute mentale, malattie rare e fertilità), valutandone il grado di difficoltà e le barriere percepite: lessicali, emotive o culturali. I risultati verranno poi elaborati e diventeranno la base per la creazione di un glossario WHIN, con definizioni chiare e suggerimenti di uso. Raccontare bene la salute è già parte della cura. Le parole sono il primo strumento di prossimità tra scienza e cittadino, e imparare a usarle meglio significa migliorare la qualità della relazione e della prevenzione”. Anche la comunicazione medico- paziente è in crisi. La medicina, in quanto pratica, è cambiata e spiegare i fatti patologici e gli interventi terapeutici si sono evoluti nel tempo mentre - dice il prof. Sandro Spinsanti - rapporto e comportamenti tradizionali tra ‘buon’ medico e ‘buon’ paziente sono rimasti i medesimi e stabile è rimasta la relazione considerata auspicabile… e quel rapporto è entrato in fibrillazione e si è rapidamente sfaldato. La transizione verso i nuovi modelli è ancora in corso; mentre la teorizzazione è solida, la pratica fa fatica ad adeguarsi. Adeguarsi fa d’uopo.

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Nicola Simonetti

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Vivere in salute: suggerimenti, risposte, piccoli accorgimenti per gestire la propria giornata, l’umore, l’alimentazione, il ricorso a farmaci, come affrontare al meglio gli impegni di lavoro, di responsabilità, il riposo ed il diporto, l’attività fisica. Inoltre, una finestra aperta sulla ricerca, sulle novità che la medicina ci offre ora e ci riserva e promette per il prossimo futuro.

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