Celiachia e glutine, termini new entry nel linguaggio comune circa una ventina di anni fa ma entrati prepotentemente nelle conversazioni comuni e citati nel 30% delle ordinazioni dei menu nei ristoranti. Le ultime tecniche diagnostiche identificano, facilmente, i circa 250.000 italiani di ogni età (più frequente in donne con rapporto 2:1) che ne sono affetti. Ma, in base alle statistiche attese e/o di altri Paesi (1% della popolazione), gli italiani colpiti dovrebbero essere circa 600mila. Ai mancanti, fanno riscontro i molti altri che, non sapendo a che attribuire i propri disturbi, veri o fasulli, credono di soffrirne e si rifugiano in tale malattia.
Questa è patologia autoimmune su base genetica, permanente, nella quale il sistema immunitario reagisce in modo anomalo all’alimentazione che comprenda glutine, pur se occasionale “contaminante”. Anche ingerirne minime quantità, infatti, può attivare i linfociti T (cellule del sistema immunitario) ed altre sentinelle provocando atrofia progressiva dei villi dell’intestino tenue (fino alla loro scomparsa) e altre lesioni che impediscono e degenerano il normale assorbimento delle sostanze nutritive. Quindi, ogni minima assunzione di glutine va eliminata per tutta la vita. Il glutine è presente in cereali come frumento, segale, orzo, farro, spelta e grano kamut o loro ceppi ibridati e prodotti derivati. La prolamina (50% circa del glutine), che è detta gliadina nel frumento, secalina nella segale, nell’orzo ordeina, avenina nell’avena, ne è parte integrante responsabile di effetto tossico. La terapia della celiachia, pertanto, è eliminazione costante, dall’alimentazione, di prodotti comunque contenenti glutine. Perché si concreti una malattia autoimmune sono indispensabili : predisposizione genetica e consumo di cibi che contengano sia pur minime quantità di glutine.
Oggi, tecnologie avanzate hanno sviluppato sostituti degli alimenti con glutine. L’associazione italiana celiachia sostiene ricerca scientifica e promuove valide iniziative. La celiachia colpisce soprattutto l’intestino tenue, ma provoca sintomi sia intestinali che extra-intestinali. Nelle donne, possono presentarsi problemi di fertilità, aborto facile. In tutti i malati, malassorbimento intestinale cronico, osteoporosi. Doverosi sospetto diagnostico precoce e fare diagnosi e stabilire ed osservare dieta. Al primo sospetto, visita medica/specialistica e – se necessario - accertamento di laboratorio come test sierologici, biopsia duodenale, ecc. Se positività, gli obiettivi terapeutici della dieta vanno fissati dal medico secondo piano temporale. Diagnosi non effettuate possono generare, nel tempo, disturbi gastrointestinali, malessere generale, deficit nutrizionali, anemia, ipotiroidismo, osteoporosi, ipoalbuminemia, ecc. “Per gli acquisti di alimenti, il Regolamento europeo stabilisce che dicitura senza glutine o gluten-free e logo con la spiga barrata, un prodotto deve garantire un contenuto di glutine inferiore a 20 mg/kg (o ppm = parti per milione) e l’assenza di contaminazione. Nel Regolamento UE, norme precise. L’Istituto Superiore di Sanità, ha pubblicato “Linee guida per la diagnosi, la terapia e il follow-up della malattia celiaca” (2023). Negozi per celiaci.com è il portale dedicato ai punti vendita di prodotti senza glutine: farmacie, supermercati, negozi e piccole botteghe.