Sabato 06 Settembre 2025 | 19:31

Scoprire il cancro mentre tenta di nascere: la prevenzione attiva

 
Nicola Simonetti

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Nicola Simonetti

Scoprire il cancro mentre tenta di nascere: la prevenzione attiva

Une vera rivoluzione che sostituisce la strategia, pur valida ma non sempre garantista, di individuare, con diagnosi anticipata, il cancro prima che esso divenga neonato.

Sabato 02 Dicembre 2023, 16:00

Quattro semplici test ed è subito possibile intercettare i fattori di rischio che fanno nascere una neoplasia (Cancer Driver Interception) e farne strage prima che esso faccia male: è la prevenzione, ancor prima dell’attuale. Il cancro nasce nel buio alleandosi con le condizioni predisponenti proprie della persona che lo ospita e, sempre nascosto, impiega anni per rivelarsi e, attualmente, si riesce a beccarlo quando ha già messo i primi passi e conquistato posizioni all’interno del corpo. Con la prevenzione attiva, si giunge ancor prima e, quindi, con sicurezza di bloccare i taxi sui quali il tumore viaggia. Ora la scienza è riuscita a trovare il modo di evitare quella iniziale alleanza modificando le condizioni predisponenti sì che il maligno vada subito in tilt, non abbia più possibilità di crescere, installarsi, crear malattia e morte. Une vera rivoluzione che sostituisce la strategia, pur valida ma non sempre garantista, di individuare, con diagnosi anticipata, il cancro prima che esso divenga neonato.

Si tratta di anticipare ancora di più partendo dai principali Cancer Drivers, cioè, piloti delle 4 auto maledette: a) l’instabilità genomica che si verifica quando il nostro DNA subisce mutazioni anormali e frequenti che portano ad attivazione di oncogeni o disattivazione dei geni soppressori dei tumori; b) l’infiammazione cronica, processo infiammatorio che persiste a lungo nel corpo e crea l’ambiente-culla del cancro; c) lo squilibrio del sistema immunitario che facilita, ad alcune cellule tumorali, di sfuggire al controllo delle difese immunitarie, permettendo al cancro di crescere in modo incontrollato; c) l’alterazione della flora batterica intestinale che compromette il benessere dell’ intestino, rendendolo terreno fertile per i tumori. L’obiettivo della prevenzione attiva è proprio quello di intercettare le condizioni fisiopatologiche e cioè i primi passi della neoplasia e bruciarle prima ancora che esse mettano radici nefaste.

Situazione differente nel cervello nel quale bisognerà ricercare altra strategia vincente. L’Italia è tra le più promettenti sedi di ricerca. È stato messo a punto il più innovativo modello operativo al mondo: il protocollo HELIXAFE che permette di individuare i taxi nefasti, utilizzando i 4 semplici test, uno per ogni fattore di rischio. Ne dimostra l’utilità clinica, nell’uomo – dati alla mano – uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Cell Death & Disease” da qualificato gruppo internazionale di esperti coordinato dai ricercatori di Bioscience Genomics, spin-off partecipato dall’università di Roma “Tor Vergata” e da Bioscience InstituteCon il test Helixafe è possibile rilevare, in persone sane e asintomatiche, l’instabilità genomica, principale indicatore della fase prodromica (in genere dura diversi anni).

Questo esame mira a monitorare e analizzare uno specifico gruppo di geni e le loro possibili mutazioni. Il test Cytobalance mette a disposizione una piattaforma per il monitoraggio delle molecole associate all’infiammazione, le citochine. L’obiettivo è identificare o prevenire, in persone sane e asintomatiche, condizioni fisiologiche o pre- patologiche che predispongono all’insorgenza delle malattie croniche oggi più diffuse. Con Immunebalance si è in grado di intercettare i segnali dell’invecchiamento delle difese immunitarie a qualsiasi età, anche quando si sia in uno stato di salute apparentemente buono. Con un semplice prelievo del materiale necessario, il test Microbalance permette di analizzare il microbioma (il genoma del microbiota dell’intestino) per identificare eventuali squilibri.

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