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Disturbi neurologici e Covid-19 sotto la lente di clinici e ricercatori

 
Nicola Simonetti

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In forse la dipendenza da Covid dell’ictus cerebrale ischemico, verificato nel 20% dei casi dei pazienti mentre sembra confermato che l’infezione da COVID abbia fatto da “innesco” per la trombosi arteriosa cerebrale

Venerdì 13 Gennaio 2023, 16:41

16:42

Disturbi neurologici e Covid-19 sotto la lente di clinici e ricercatori e la Federation of Neurology in partnership con la Società Italiana di Neurologia, gli hanno dedicato apposito dibattito mondiale presieduto dal prof. Antonio Federico, (Università di Siena), condirettore prof. Tedeschi. Focus verso l’infezione da COVID-19 che è associata ad una ampia gamma di disturbi neurologici, maggiormente causati da carenza cerebrale di ossigeno, infiammazione cerebrale oppure trombosi di arterie e di vene cerebrali come rilevato da ampio studio che interessato 50 neurologie italiane. Lo studio ha confermato che il disturbo neurologico più frequente è l’alterazione combinata dell’olfatto e del gusto (anosmia- ageusia, circa il 40% dei pazienti Neuro-COVID) con durata superiore a 1 mese nel 50% dei casi e fino a oltre 6 mesi nel 20%. Un secondo disturbo, anch’esso molto frequente (circa il 25% dei pazienti Neuro-COVID), è l’encefalopatia acuta ovvero uno stato di confusione mentale, perdita di attenzione e memoria, stato di agitazione, fino ad una alterazione dello stato di coscienza e al coma.

In forse la dipendenza da Covid dell’ictus cerebrale ischemico, verificato nel 20% dei casi dei pazienti mentre sembra confermato che l’infezione da COVID abbia fatto da “innesco” per la trombosi arteriosa cerebrale, ma anche per le trombosi venose cerebrali, molto più rare. La cefalea associata a Covid è frequente, nel 50% dei casi diventa cronica e dura oltre 2 settimane mentre in circa il 20% dei casi ha una durata superiore ai 3 mesi. I disturbi cognitivi post-COVID fanno parte della “sindrome long COVID”, non sono rari (circa il 10% dei soggetti Neuro-COVID) ma l’entità del disturbo è quasi sempre di grado modesto e non raggiunge i criteri di una “demenza”.

La durata media è circa 3 mesi e si risolve spontaneamente entro i 6 mesi in quasi la totalità dei casi. Il prof. Massimo Del Sette (Osp. San Martin, Genova illustra nuove metodologie di diagnostica neuroradiologica avanzata per l’ictus ischemico: la TC (tomografia computerizzata) cerebrale per ricostruire immagini della quantità di sangue che giunge in determinate aree del cervello nell’unità di tempo. Inoltre, si dispone di più tempo di prima: invece che intervenire entro 4 ore e 1/2 con la trombo lisi (sciogliere il trombo) ed entro 6 ore con la trombectomia (asportare il trombo) meccanica, si può consentire di allungare il tempo di intervento per la trombolisi endovena fino a 9 ore e per la trombectomia meccanica fino a 24 ore.

Infine, l’uso di “Unita Ictus Mobile”: ambulanza con strumentazione per effettuare TC a bordo cioè la trombolisi a casa del paziente. I disturbi neurologici rappresentano la seconda causa di morte. Nel mondo 3 miliardi di persone vivono con cefalea, 50 milioni di persone sono affette da demenza o morbo di Alzheimer, altrettante convivono con l’epilessia. Ogni anno 15 milioni di persone sono colpite da ictus, 7 milioni dal morbo di Parkinson, mentre 2,8 milioni di persone vivono con la sclerosi multipla.

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