Prima visita ginecologica per le giovani: tappa obbligata che non deve mancare né essere procrastinata troppo. Lo raccomandano Alessandra Bitelli, Woman Empowering Coach, Manuela Farris, ginecologa e Roberta Rossi sessuologa.
Far coincidere questo primo appuntamento con le prime mestruazioni? Non necessariamente a meno che – dice la dr Farris - il flusso sia molto abbondante oppure accompagnato da dolore notevole.
Di solito è la mamma che sollecita la visita e che vorrebbe accompagnare la figlia in sala-visita.
Pudore o voglia di privacy fanno preferire il “da sola” o con una sorella o amica. Una terza persona non gradita, familiare od estranea (l’infermiera non è tale), comunque potrebbe falsare o ritardare il rapporto di fiducia che si stabilisce tra ragazza e ginecologo.
Meglio che sia ginecologa? Indispensabile che sia professionista serio ed empatico; uomo o donna – dice la dr Bitelli - non è importante. Va prevenuto e gestito l’eventuale imbarazzo. Questo è un’emozione che si apprende culturalmente nel contesto in cui si vive soprattutto in ambito familiare. Su questo punto saranno gli adulti, specie mamma (anche il padre dovrebbe essere coinvolto), a preparare la giovane a comprendere che non c’è nulla da temere, che il medico/a che si occupa della salute intima della donna è un alleato e non un nemico, che non sarà giudicata e che sarà sempre consigliarla per il suo meglio allora l’imbarazzo non avrà spazio per emergere. Perché questo accada, è dunque necessario presentare la visita ginecologica come qualsiasi altra visita medica.
La consulenza, e non la visita, potrebbe essere indicata per parlare di contraccezione e di malattie sessualmente trasmissibili.
E’ importante iniziare a parlare di contraccezione da prima che le ragazze inizino ad avere rapporti sessuali pur senza precorrere i tempi. Il non è mai troppo tardi deve adattarsi alla singola persona. Nel corso del colloquio è possibile anche informare rispetto alle opzioni contraccettive. Può essere di aiuto spiegare come alcuni metodi (vedi la pillola in particolare) venga utilizzata per alcune irregolarità legate al ciclo mestruale che possono essere affrontare in età adolescenziale, senza trascinare sintomi e problemi per tanto tempo”.
C’è, poi, da superare la fola che la visita provochi dolore o attenti alla “verginità”. È tutto falso. Inoltre, in genere, non è necessario fare una visita con lo speculum la prima volta ma può bastare un’ecografia pelvica, quindi per nulla dolorosa. Nel caso in cui fosse necessaria, la visita si può definire fastidiosa, ma non dolorosa e, comunque, nessun attentato alla incolumità dell’imene.”
“Alcune ragazze vogliono sapere prima in cosa consista la visita altre no. Purtroppo molto spesso hanno letto o sentito parlare di esperienze traumatizzanti e vengono molto intimorite rispetto a cosa aspettarsi durante la visita. Non credo che sia giusto spaventare ma sensibilizzare sulla necessità di regolari controlli”
“Le irregolarità mestruali devono essere analizzate dopo 3 anni dalla prima mestruazione perché facilmente i cicli diventano regolari in questo lasso di tempo. È importante – conclude la dr Rossi - che il ginecologo faccia la domande corrette mettendo a proprio agio la paziente, invitandola a segnalare eventuali dolori (piccoli o grandi) o abbondanza del flusso” .