“Persone con diabete, usate le moderne tecnologie, device di monitoraggio in continuo della glicemia e microinfusori per la gestione della terapia insulinica per curarvi al meglio, scongiurare possibili rischi, migliorare il controllo del diabete e la qualità di vita e favorire il diabetologo nel seguirvi”.
È, questa, la raccomandazione inviata dal Congresso nazionale della Società Italiana Diabetologi.
La percentuale di persone con diabete che si sono aperti alla novità, pur in aumento, non soddisfa: solo 4 su 10. Risulta, dai dati presentati dal prof. Dario Pitocco (Diabetologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli,Roma), relativi a 500mila soggetti con diabete afferenti a più di 300 centri di diabetologia italiani, che il 40% utilizza sistemi di monitoraggio in continuo mentre il 23% si affida all’utilizzo di microinfusori per la gestione della terapia insulinica. Una percentuale che aumenta quando vengano analizzati i pazienti under 18 che, per più di un terzo indossano il sensore (35%), mentre oltre la metà (57%) ha deciso di abbandonare l’uso degli aghi per la misurazione della glicemia per passare alla modalità tecnologica del CGM. Inoltre, dei centri diabetologici coinvolti, il 60% può vantare un team composto da diabetologi, infermieri e psicologi.
“L’utilizzo sembra essere maggiore - dice Pitocco - nelle fasce di età più giovani, forse più pronte ad accogliere le novità tecnologiche. Nonostante l'incremento dei numeri di pazienti (specie per gran parte dei pazienti con diabete 2), è ancora troppo scarno il personale sanitario dedicato alla loro cura”. “Nelle Linee Guida per il diabete tipo1 la tecnologia ha assunto un ruolo sempre più centrale ed essenziale. La possibilità di avere a disposizione dei software che forniscano dati riguardanti le metriche dell’andamento della glicemia ha modificato la modalità di conduzione della visita diabetologica. Percepisco una netta evoluzione – continua il prof. Pitocco - tra la crescente richiesta dei pazienti che non si accontentano della propria qualità di vita e la risposta dei colleghi preparati che vogliono soddisfare questo bisogno fisiologico, psicologico e anche estetico. Si intuisce una netta evoluzione nel campo della diabetologia caratterizzata, da una parte, dall’esigenza del paziente di migliorare la propria qualità di vita e dall’altra dalla necessità del diabetologo di possedere una preparazione sempre più tecnologica”.
La certezza della misurazione della glicemia e la sicurezza di precisi interventi terapeutici hanno reso il misuratore in continuo della glicemia (CGM) e l’infusore di insulina, due successi tecnologici fondamentali per migliorare lo stile di vita di tutti i giorni. C’è grande attesa per il sistema più potente e facile di CGM, un sottilissimo monopezzo indossabile (60% più piccolo rispetto al precedente) e completamente riprogettato da usare con un’app mobile. “Grazie all’evolversi della tecnologia del monitoraggio in continuo della glicemia, possiamo conoscere il Time in Range, cioè la percentuale di tempo trascorso all’interno dell’intervallo glicemico definito come ottimale. Avere queste informazioni in tempo reale significa avere la costante consapevolezza sui propri livelli glicemici e sapere, in presa diretta, se essi siano stati influenzati da dieta, da esercizio fisico o da farmaci. Questo permette – conclude Pitocco - al medico e al paziente stesso di intervenire nel migliore modo possibile sulla gestione della terapia, grazie a un livello di predittività utile per agire utilmente in anticipo, cioè nei 20 minuti a disposizione predisposto da conseguenti allarmi. Numerosi i benefici sugli aspetti fisiologici e psicologici del paziente. Quello che ci auguriamo è la diffusione sempre maggiore del sistema di monitoraggio continuo e soprattutto il continuo sviluppo di questa tecnologia potente e innovativa”.