In Puglia e Basilicata
Una mela al giorno
22 Luglio 2022
Nicola Simonetti
Quel malfattore di virus del Covid si infila anche sotto le lenzuola. E lo fa, anzitutto, con la minaccia del distanziamento e del possibile contagio e, per molti che l’hanno contratto, smorzando il desiderio e tagliando la capacità. Ed è subito sesso no. Ai misfatti del coronavirus si aggiunge, ora, il caldo che fa tornare d’attualità il vecchio detto “agosto, moglie mia (o sesso mio) non ti conosco”. Per il Covid, ci sono stati sessuologi e altri persuasori, occulti o evidenti, come Theresa Tam, ministro Salute canadese che dice “Meglio farlo utilizzando la mascherina” mentre società scientifiche Usa hanno proposto bambole e bamboli gonfiabili. E, specie nei giovani, si è registrata deviazione verso il sesso virtuale, cioè autoerotismo e/o siti porno. Questi ultimi hanno registrato il 35% di neo-visitatrici under 30 anni che si sono aggiunte al nutrito numero di loro colleghi maschi anche di maggiore età. E, Il consiglio dei più prudenti: “la sicurezza è farlo da soli: lavarsi bene le mani prima, usare condom e guanti e, dopo, doccia e igienizzante. Per eventuali sex toys, disinfezione-igienizzazione protratta o bollire per 5 minuti almeno e, poi, utilizzare con mani inguantate. Gli interessati si premuniscono: troppo da fare. Rinunciano; meglio niente e tutti sicuri.
IL TROPPO CALDO: va alla radice e brucia il desiderio, quella tale voglia e diventa un incubo il dover aprire a preliminari e quel che segue. Il “chi me lo fa fare” si insinua, sornione, e sottolinea stanchezza, abulia, rifiuto persino a proposte che altre volte sarebbero state agognate. Il non posso non può neanche chiamare a testimone a discarico il “vorrei ma il caldo…” perché manca proprio quel condizionale; il cervello non risponde, il desiderio latita e… “quel ch’è lasciato à perso”. Dopo, quando “Apocalisse 4800” avrà emigrato, potrà esserci il rischio della depressione da “fiore che non colsi”. Ora bisogna prendere atto della incapacità temporanea e, ad impegnarsi nel tenzone d’amore, si rischia “figuraccia”, voto negativo che nessuno ti leva più di dosso. Ogni defaillance, pur se ascrivibile al caldo, diventa colpa a carico. Né vale il consiglio di mimare il sesso, di impegnarsi ma non troppo perché, specie per il maschietto, il gioco è subdolo, evidente, chiamerebbe in aiuto un supplemento di impegno, provocherebbe sudorazione profusa e sarebbe ancor peggio. Per chi è reduce del covid. È da temere la sequela long che accentua gli effetti della pandemia emozionale, origine di malati mentali quintuplicati.
Il coronavirus genera 150mila depressi in più; il caldo gliene aggiunge la metà. Aumentano gli italiani con ansia, disturbi del sonno e paura della crisi. La nebbia cognitiva imputabile alla risposta immunitaria delle citochine, trasformate da virus e caldo in tossine-veleno per il cervello e relativo sistema circolatorio: perdita di attenzione e di memorizzazione , astenia, sesso-no con caratteristiche individuali. Ed è pandemia emozionale nella quale caldo e virus si confondono, devastano cervello, sesso ed anima. Psicologi accorti consigliano di non allarmarsi e, se proprio, del sesso, non si vuol fare a meno, creare un’atmosfera accogliente, liberarsi dal timore un flop, chiamare in causa il sentimento, evitare l’alcol ed il super idratarsi (rischio di sudore improprio). Attendere sembra, però, scelta giusta poiché, nella massima parte dei casi, prima o poi passerà. Da temere, per i flop sessuali, la sindrome del forfait” che rischierà di ripetersi anche se il caldo si sarà eclissato. Quindi, il sesso può attendere tempi migliori. Non ne facciamo un problema. Il gran caldo passerà e l’eros sarà con noi. Arrivederci sesso… a tempi migliori.
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