È tutta rosa la “partita nella partita” della nuova giunta di Antonio Decaro, pur con le incertezze temporali legate ai ritardi nella proclamazione degli eletti. L’eurodeputato barese, stretto nella doppia tenaglia dell’obbligo di otto assessori eletti nell’assemblea con solo due esterni, e della parità di genere (ovvero della necessità di nominare cinque donne nell’esecutivo), appena rientrato in Puglia dagli impegni europei dovrà iniziare ad approfondire anche il dossier della componente femminile della sua squadra.
Nei corridoi della Regione e sul marciapiede di via Re David, sede pugliese del Pd, si discute informalmente degli schemi della giunta, partendo non dal 5-5-5 caro agli appassionati de L’allenatore nel pallone, ma dal numero fisso, ovvero proprio il 5, da riservare alle nomine del Pd nel governo Decaro e alle indicazioni al femminile.
Nel partito di Elly Schlein la più votata alle regionali è stata la barese Elisabetta Vaccarella, con oltre 26mila preferenze: ha corso in accoppiata con il decariano Francesco Paolicelli ed è stata sostenuta da Marco Lacarra. «Decaro spesso scherza dicendo: “parlo con lei, perché con te litigo…”», racconta il deputato barese. La neoeletta, avvocato, è stata assessore comunale a Bari e assessore nella Città metropolitana: l’ipotesi che possa proseguire l’esperienza nella giunta nascente è sul tavolo dei dem.
In Salento ci sono ben tre aspiranti: Loredana Capone, ex assessore e presidente del consiglio regionale uscente (molto vicina alla Schlein), Silvia Miglietta neoeletta nella civica Decaro Presidente, e Annagrazia Maraschio, ex assessore di Emiliano, espressione di Avs. La Capone, però, potrebbe essere frenata dall’abitudine di Decaro nel costruire giunta con il massimo respiro temporale: se la leader ex margheritina di Lecce dichiarasse che la sua priorità sono le prossime politiche, la candidatura per un assessorato sarebbe molto più debole. Senza contare che è stata doppiata da Stefano Minerva, ex sindaco di Gallipoli, espressione di un vero plebiscito. Hanno già esperienza amministrativa sia la Miglietta che la Maraschio: la prima, vicina al mondo vendoliano, è stata in giunta con Carlo Salvemini a Lecce, mentre la seconda si è candidata con un buon riscontro in Avs (che non ha però superato lo sbarramento secondo le proiezioni di Eligendo). Il recupero della Maraschio - esclusa malamente a metà mandato dal governatore Michele Emiliano - consentirebbe di dare un’impronta politica alla presenza di Sinistra italiana nella coalizione di centrosinistra. Non è nei radar, per ora, invece la riproposizione tra i nominabili della professoressa Angela Barbanente, donna forte della giunta Vendola, ma su posizioni difficilmente conciliabili con l’ala più sensibile alle ragioni dell’edilizia nella coalizione. Nella Bat i dem sostengono Debora Ciliento, assessore uscente ai Trasporti, molto vicina al capogruppo al Senato Francesco Boccia. Sul fronte ionico, alcune indiscrezioni - da unire anche alle equilibratissime dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi alla Gazzetta - portano a non escludere che la corsa tra i 5S per un posto di assessore possa essere vinta da Annagrazia Angolano, già candidato sindaco a Taranto. Una sua delega (ma in ballo c’è anche Cristian Casili) all’Ambiente segnerebbe la quadratura del cerchio ma anche una ipoteca di carattere ecologista nella gestione del complesso dossier Ilva.
In Capitanata è in corso il derby garganico tra Rossella Falcone (Pd) e Grazia Starace (Decaro Presidente): entrambe di Vieste, entrambe con esperienza nella locale giunta comunale, hanno chance se dovesse passare la linea che chi va alle politiche non entra in giunta (quindi Raffaele Piemontese, già vice di Emiliano, avrebbe tempo e spazi per preparare una candidatura forte in vista del salto a Roma nel 2027). La casella dauna potrebbe essere quella della Cultura.
L’ultima variabile è legata alla proclamazione degli eletti: se i riconteggi porteranno nell’assemblea regionale anche la dem Lucia Parchitelli e la decariana Francesca Bottalico, il neo governatore avrebbe altre due esponenti di esperienza da prendere in considerazione per segnare di «rosa» la giunta. Con i riflettori nazionali sul centrosinistra pugliese, l’unica certezza è che Decaro non potrà non prevedere cinque sedie al femminile nel suo nascente esecutivo.
















