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Quante donne morte per mille camicette

 
Mirella Carella

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Mirella Carella

Quante donne morte per mille camicette

L’emozione dell'incontro con Sonia Maria Luce Possentini, vincitrice del premio Andersen per il suo albo illustrato «Per mille camicette al giorno»

Giovedì 28 Marzo 2024, 15:33

30 Marzo 2024, 00:42

Oggi scrivo ancora vibrante di emozione per l’incontro che si è tenuto nella biblioteca gremita della nostra scuola con Sonia Maria Luce Possentini, vincitrice del prestigioso premio Andersen per il suo albo illustrato «Per mille camicette al giorno».
È stata una mattinata dal sapore agrodolce, acre come l’odore del fumo che sembrava sprigionarsi di nuovo e prendere forma dai suoi disegni realizzati a matita, fumo pungente come la consapevolezza di quanto ancora non sia stato compiuto, ma mattinata dolce come la cognizione che il talento, la caparbia e la resilienza di cui sanno armarsi le donne, saranno i mezzi necessari per farsi strada in un mondo ancora maschilista e patriarcale.

Dalla sua matita hanno preso forma i ritratti e le storie delle giovani donne rimaste uccise il 25 marzo del 1911 nell’incendio propagatosi all’ottavo, nono e decimo piano dell’Asch Building, nei locali della Triangle Shirtwaist Factory di New York, la famosa fabbrica di camicette.
Ciò che sorprende è che quanto accaduto in quel tempo lontano, sembra raccontare ancora la storia di questo nostro tempo che parla di disparità di genere, di diritti violati e di strada in salita lastricata da infiniti inciampi.
Tanto è stato compiuto, ma non ovunque e non per tutte. Era il 4 ottobre del 2011 a Barletta.
Piegate sulla macchina da cucire, rimaste soffocate sotto le macerie, ammassate in un sottoscala per 3.95 euro all’ora.

LO CHIAMANO LAVORO Era il 24 aprile del 2013 quando persero la vita oltre mille lavoratrici, sotto ciò che rimase di un enorme edificio: il Rana Plaza, in Bangladesh nella regione di Dacca. Uccise dall’indifferenza e dalla noncuranza.
Siamo state troppe volte Orbite, intrecci, Collisioni, Deflagrazioni Stellari, per citare le parole che ha prestato Serena Ballista ai disegni della Possentini, necessarie per dare forma ai corpi incandescenti come comete che si lanciarono dal grattacielo durante l’incendio.
Per mille camicette al giorno, cucite in fretta ma con la cura di cui sanno solo le mani delle donne o per mille paia di scarpe o per diecimila bottoni, non importa…
Sarà per le mille cose da fare in fretta, che il tempo è denaro ma non il nostro.
Sfinite, con poco cibo e poco sonno, con una manciata di spiccioli in tasca e mille sogni, che quelli non ce li hanno tolti!
E la storia si ripete.
Vicino a noi, lontano da noi nelle affollate fabbriche utilizzate dalla Fast Fashion nei paesi più poveri del mondo, senza diritti ma con una lista bene in mente di doveri.
La Possentini con generosità e amore è venuta a dirlo alle giovani e ai giovani studenti perché è da qui che tutto ha inizio.
Sembra retorica, ma è in queste aule, in questi luoghi e tra questi banchi che nasceranno i cambiamenti e che prenderanno forma le rivoluzioni, prima fra tutte quella del pensiero, perché noi -è evidente- non abbiamo saputo fare abbastanza.
Qui a scuola attendiamo con fiducia gli Intellettuali, gli scrittori, i filosofi, gli artisti, i pensatori ad aiutare questi ragazzi a divenire adulti.
Abitate questi spazi piuttosto che i salotti buoni.
E’ questo il posto giusto.

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Mirella Carella

Diario di Classe

Biografia:

Nasce la collaborazione con la «Gazzetta» di Mirella Carella, che curerà la rubrica «Diario di classe», piccole e grandi storie quotidiane che nascono tra i banchi e nei cuori dei giovani. Mirella Carella, barese, ha lavorato nel mondo dell’arte partecipando a mostre in Italia e all’estero, alcune sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private. Dal 2015 è docente di ruolo in Disegno e Storia dell’Arte.

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