di Nico Aurora
Trani - Un’indennità di accompagnamento per sostenere le spese, sempre più ingenti, della residenza del loro genitore in una casa alloggio a Margherita di Savoia. È questa la soluzione che auspicano i figli dell’uomo di 89 anni la, la cui casa è stata occupata da 34 giorni da abusivi, nell’attesa che quell’abitazione sia finalmente sgomberata.
Era l’ormai sempre più lontano 20 giugno 2018 quando in via Olanda, nella periferia nord di Trani, approfittando dell’assenza dell’anziano assegnatario di quella appartamento, finito in ospedale a seguito di una caduta, un nucleo familiare scassinava la porta d’ingresso occupando quell’alloggio popolare: da quel momento in poi non sarebbero più andati.
Inutili sia gli sforzi compiuti dai servizi sociali, sia le non poche trattative, all’insegna della ormai più che vana diplomazia, per convincere gli inquilini abusivi ad andare via. Infatti, anche da quella parte ci sarebbe uno stato di bisogno legato alla presenza di una donna disabile, una incinta ed un minore. Ed è proprio questo che rallenta decisamente la procedura, perché adesso bisogna trovare un alloggio per loro.
A quanto si è appreso, un provvedimento della Procura della Repubblica di Trani sarebbe già pronto per innescare l’azione di sgombero forzoso da parte delle forze dell’ordine, ma prima c’è da assicurare un tetto a quelle donne. Certo, fa specie notare che i tempi per trovare loro un alloggio siano lunghi, mentre i figli di quell’uomo sono stati rapidissimi nel trovare, peraltro a loro spese, quella casa alloggio a Margherita di Savoia.
Nel frattempo l’uomo non starebbe per nulla bene: dopo le dimissioni dall’ospedale il braccio non ha mostrato segni di ripresa, anzi sembra non rispondere più. Probabilmente concorre a questa condizione il fattore psicologico e questo, a maggior ragione, ha convinto la famiglia a richiedere l’indennità di accompagnamento in favore dell’uomo.
Nella sua tuttora «ex» casa di Trani, intanto, sono partite le procedure di distacco di tutte le utenze - acqua, luce e gas - per evitare che gli occupanti continuino ad utilizzare i servizi a spese dell’occupato. Ma di certo, ancora una volta, il tempo passa e nulla di sostanziale accade: siamo a quota 34 giorni nell’attesa di ristabilire un diritto violato e, giorno dopo giorno, la certezza di quel diritto vacilla sempre più.
















