Il centro storico è da sempre il nervo scoperto per un’amministrazione comunale. Tutti i sindaci che si sono succeduti in quest’ultimo ventennio hanno dovuto fare i conti con una questione che incrocia sociale, economia e sicurezza.
Non fa eccezione l’attuale primo cittadino Mario Guarente che abbiamo intervistato nel suo ufficio.
Sindaco, si parla di scarsa sicurezza nel centro storico, di schiamazzi notturni, di spaccio. C’è anche un esposto in Procura in cui si ipotizza la violazione di norme, regolamenti e ordinanze sulla scia di quella che viene definita «malamovida»...
«In merito a quest’ultima vicenda sto valutando di sporgere denuncia per procurato allarme. Non è un contrasto con l’associazione promotrice, ma occorre dire che in questi ultimi mesi più volte si è riunito il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e le forze dell’ordine hanno snocciolato dati da cui si evince che la situazione non è critica come vogliono dipingerla. Quando si dice, dunque, che il centro storico non è sicuro si dice una falsità e si crea un danno all’immagine della città».
Danno? In che senso?
«Certe dichiarazioni e accuse condizionano negativamente anche gli investimenti. Ho incontrato importanti gruppi industriali intenzionati a investire qui ma che sono stati scoraggiati da azioni messe in campo da varie associazioni. La verità è che noi siamo la quarta città più sicura d’Italia. Lo dicono i sondaggi. Certo, ci sono episodi di spaccio o di violenza in centro, come nel resto della città, ma rispetto ad altre realtà si tratta di numeri estremamente ridotti. Ad ogni modo poniamo la massima attenzione al tema, servono sempre più iniziative di sensibilizzazione nelle scuole e nelle famiglie che non sono immuni da responsabilità rispetto a ciò che fanno i figli. La città spesso viene descritta negativamente per mera propaganda politica. Visto anche il nome che viene dato a un’associazione con l’indicazione del 2024 che, guarda caso, è la data delle prossime elezioni».
Insomma, siano i potentini i primi a parlare bene della città...
«Sì, anche perché chi viene a visitare Potenza rimane colpito positivamente. Arrivano sempre più turisti ed è il frutto di accordi sottoscritti tre anni fa con tour operator. Il centro risulta accogliente con fiori nei vasi dove, prima del nostro insediamento, erano pieni di rifiuti. E ci sono fiori su tutti i palazzi comunali. In questo periodo sono in corso lavori per migliorare ulteriormente l’impatto estetico del centro. Mi riferisco, ad esempio, alla realizzazione del parco a ridosso della torre Guevara, alla ristrutturazione del teatro Stabile. A breve partiranno i lavori di manutenzione della pavimentazione di Porta Salza e della parte finale di Via Pretoria oltre che di piazza Duomo.
Inoltre oggi funzionano, per la prima volta, tutte le scale mobili (ce n’erano alcune ferme da dodici anni) ed è in corso un restyling del ponte che collega la rampa di via Tammone con quella di Santa Lucia che diventerà un bellissimo giardino insieme a un bosco verticale sul parcheggio della fondovalle».
Progetti, lavori e opere. Ma si continua a dire che il centro storico è abbandonato a se stesso...
«Mi dispiace che per mera propaganda politica qualcuno debba veicolare un’immagine distorta del centro».
Sono anche alcuni commercianti che, per la verità, esprimono giudizi negativi...
«Purtroppo è così. Parliamo di un tessuto imprenditoriale che non è al 100 per cento sprint, pronto a mettersi in campo. Si pensa sempre che le responsabilità siano degli altri, del sindaco in primis. Da anni è sempre la stessa storia, con lo stesso obiettivo da colpire. Possibile che ci siano stati in città solo pessimi primi cittadini?».
Quando sottolinea che i commercianti dovrebbero essere più sprint cosa intende dire?
«I turisti spesso arrivano nelle prime ore pomeridiane e trovano i negozi e ristoranti chiusi».
A proposito di negozi in centro, assistiamo da tempo a una morìa inarrestabile...
«Ma anche questo è un racconto distorto della realtà. Ho fatto fare un report e dal monitoraggio emerge che è maggiore il numero di attività aperte rispetto a quelle che hanno chiuso. Non c’è un saldo negativo. Chi racconta il contrario dice il falso e danneggia la città».
È innegabile, però, dire che il centro necessiti di una scossa per renderlo più «vivo». Tutti i giorni, non solo quando ci sono eventi. La ricetta, per tanti, è sempre la stessa: riportare qui gli uffici. È d’accordo?
«Il nostro centro è già stracolmo di uffici. C’è di tutto, tante articolazioni dello Stato. Se volessimo trasferire altri uffici l’unico contenitore utile è l’ex palazzo «Poste e telegrafi» su cui stiamo ponendo l’attenzione. Nell’ex scuola Torraca, una volta ricostruito l’immobile, porteremo lì i nostri uffici di Sant’Antonio La Macchia, ma non è l’unica cosa da fare. Ognuno deve impegnarsi per il bene del centro, a cominciare da chi ci lavora, dai commercianti. Se sappiamo che i turisti arrivano alle 14 o che un dipendente pubblico esce a quell’ora, mettiamoli nelle condizioni di poter spendere o di andare al ristorante. Non facciamo trovare loro tutto chiuso».
Un’ultima battuta, sindaco. Ci avviamo a conclusione della consiliatura. Intende ricandidarsi?
«In premessa dico che per due anni l’attività amministrativa è stata stroncata dalla pandemia. In pratica ho fatto il sindaco per 2 anni, non 4. Il ministro Salvini mi ha dato ampia disponibilità. Mi rimetto alle valutazioni del mio partito e del centrodestra. La città rientra in uno scacchiere più ampio che vede accordi sulle candidature. Accetterò serenamente qualsiasi decisione».