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Redazione online
03 Aprile 2019
POTENZA - Un trolley rosso lasciato incustodito in piazza Mario Pagano, a Potenza, a ridosso del palazzo della Prefettura. Ieri sera, intorno alle 20.30, è scattato l’allarme bomba, con il perimetro della piazza transennato dai Carabinieri e dalla Polizia locale. Sul posto anche i Vigili del Fuoco in attesa dell’arrivo degli artificieri che, grazie anche a un robot (nella foto di Tony Vece in baso), hanno svelato l’arcano: in quel borsone non c’era esplosivo ma nulla. Completamente vuoto.
Si tratta di procedure che vengono attivate ogniqualvolta ci si trova di fronte a valige e pacchi abbandonati in luoghi pubblici. La circostanza del trolley lasciato vicino alla Prefettura, luogo simbolo dello Stato sul territorio, ha creato maggiore allarme. Alla fine, per fortuna, non c’era alcuna bomba e le operazioni delle forze dell’ordine hanno, di fatto, «movimentato» una di quelle serate monotone in un centro storico sempre più desolatamente vuoto. L’ironia dei social ha colpito ancora: «Un’esplosione di vita» ha ironizzato il blogger Angelomauro Calza.
Un caso analogo era accaduto la scorsa estate nella villa di Santa Maria, sempre nel capoluogo lucano. Anche in quella circostanza fu trovato un borsone abbandonato su una panchina con l’arrivo degli artificieri dopo aver transennato tutta l’area e creato curiosità mista ad apprensione tra i passanti. Allora furono trovati vestiti raggomitolati, nulla di più. Come in quella occasione non fu mai rintracciato il proprietario della valigia, anche per il trolley abbandonato ieri in piazza non si sa a chi appartiene. Tra i carabinieri c’era quasi la certezza che non contenesse materiale esplosivo, ma in questi casi la prudenza non è mai troppa ed è necessario prevedere ogni azione utile a salvaguardare l’incolumità pubblica. Alla fine, come dicevamo, tutto si è risolto in un curioso «fuori programma» per quei pochi potentini impegnati nello «struscio» serale in via Pretoria. Avranno avuto qualcosa da raccontare ai vicini di casa o in famiglia invece del solito lamento per una città sempre più vuota.
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