Nel Salento, un paesino delle sue terre di mezzo, racchiude un Tesoro sconosciuto ai più, ma che i turisti, stranieri soprattutto, intercettano durante il girovagare a caccia di vicoli caratteristici, balconi ornati di gerani e chiesette rupestri. E’ Specchia Gallone, 470 abitanti, frazione di Minervino di Lecce, assieme alla vicina Giuggianello, luogo di antichissimi dolmen, menhir e pietre gigantesche (a Minervino il dolmen “Li Scusi”, a Giuggianello “I massi della vecchia), due dei territori comunali conosciuti come “Stonehenge della preistoria” (alle porte di Otranto, l’altro è Giurdignano).
Fatto di eleganti e colorati affreschi, il Tesoro, in questi giorni tappa di un Press Tour di giornalisti provenienti da tutta Italia al seguito dell’iniziativa “Borghi Divini: tra Santi, Fiabe e Megaliti”, si trova nella Cappella francescana del 1200, intitolata a Sant’Anna, protettrice delle partorienti, che ancora oggi, specie in occasione della Festa in suo onore, il 26 di luglio, la raggiungono affinché garantisca la buona riuscita del parto.
Lungo le pareti, vero e proprio scrigno di arte e spiritualità, che all’ombra del Cristo giudicante ricorda il Giudizio Universale dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina, sono decine le figure di Santi e Madonne, fra le quali spiccano un San Francesco ed un Sant’Antonio da Padova, che di Minervino è il protettore, una Madonna del Carmelo col Bambino, un San Giorgio a cavallo, che reca accanto la figura di una devota nobildonna, probabilmente appartenente alla famiglia che commissionò gli affreschi nel 1500, vale a dire la famiglia dei principi Gallone di Tricase, originari dell’isola di Cipro, ed ancora, il ricco stemma dell’omonima Casata, ed infine, una bella statua della stessa Sant’Anna, che unitamente a San Biagio, di Specchia Gallone è la protettrice.