Mercoledì 22 Ottobre 2025 | 13:53

«Così ci stiamo ammalando»: al quartiere Paolo VI i residenti tra cumuli di rifiuti e umidità

«Così ci stiamo ammalando»: al quartiere Paolo VI i residenti tra cumuli di rifiuti e umidità

 
Valentina Castellaneta

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Valentina Castellaneta

E con l’inverno e le piogge cresce la paura: «Asma e bronchite, soffriamo tutti di problemi respiratori»

Mercoledì 22 Ottobre 2025, 11:30

Macchie nere di muffa sui soffitti, dietro a mobili, termosifoni e intorno alle finestre. E poi crepe sui muri esterni e tanta preoccupazione. All’interno di alcune abitazioni delle case popolari che tutti chiamano «case bianche», ma che ufficialmente fanno parte del plesso «Leone» di Paolo VI, c’è un’ossessiva ricerca di decoro e pulizia, mentre all’esterno, tra via della Liberazione e via IV Novembre, c’è il degrado: buche nell’asfalto piene d’acqua, alberi di fico che escono dalle cantine e montagne di spazzatura maleodorante che attirano blatte, topi e sciami di mosche. Qui qualcuno ha provato a fare la raccolta differenziata, ma ha ceduto quando sono iniziati i cumuli di buste e rifiuti e Kyma Ambiente ha smesso di passare a raccoglierli.
La più grande paura ora è l’arrivo dell’inverno e delle piogge. «Perché l’estate il caldo ci asciuga tutto, ma dall’autunno in poi l’umidità ci ammazza». Appena si entra in casa di Tiziana Bussali si sente un pungente odore di umidità, nonostante il deumidificatore, le finestre aperte e le pareti imbiancate di fresco. Lei abita all’ultimo piano e il suo problema sono le infiltrazioni dal terrazzo, oltre alle crepe dell’intonaco sulla facciata grigia della palazzina.

«Io sono disoccupata – racconta - cerco di sbarcare il lunario facendo anche la bracciante agricola. Sono una buona inquilina però, non salto mai una bolletta, ma ho bisogno anche di essere tutelata. Non posso investire ancora soldi per riparazioni che non mi competono. In passato l’ho fatto, ma non ho più nulla da parte. Non ho più soldi». Quello che Tiziana chiede ad Arca Jonica, ente che gestisce le residenze popolari, è un aiuto, un intervento strutturale, come la guaina sul pavimento del terrazzo. «Perché – aggiunge - non si può più vivere così. Nei giorni di pioggia battente devo salire sul terrazzo e tirare via l’acqua che ristagna per evitare le infiltrazioni. Se dovesse piovere ancora tanto, non potrò farlo perché sto male ho una bronchite. Per guarire faccio l’aerosol e non posso ricascare sempre in questa situazione. Oggi stare male è un lusso». Nel mostrare la casa la donna, con una certa vergogna, indica le macchie di muffa sul soffitto e dietro i mobili, la vernice scrostata negli angoli delle pareti.

«Non si capisce niente, viviamo fra immondizia e pozzanghere». Fra la puzza della spazzatura abbandonata sul ciglio della strada e l’acqua che le entra in casa, la signora Antonia Cappellari vive al piano romano di una di queste palazzine dal 1976. Ora è vedova, suo marito Nicola non c’è più e non sa come fare. «Menomale – afferma – che da poco hanno aggiustato gli scarichi della fognatura, altrimenti mi allagavo sempre. Sono 50 anni che subisco tutti questi problemi. Sembra l’inferno, non si può stare per il freddo. Anche se metti stufe, deumidificatori, non si asciuga».

Pasquale Presicce ha pitturato casa solo due mesi fa, ma intorno alle finestre e al termosifone è tutto nero. Sua moglie pulisce sempre con l’antimuffa, perché le loro due bimbe soffrono di allergia, ma serve a poco. Il soffitto della palazzina è gonfio e l’intonaco è completamente distaccato a causa delle infiltrazioni. «Abbiamo chiamato – dichiara - i Vigili del Fuoco e quelli dello Iacp, nessuno ha fatto nulla. Qui fuori hanno fatto un lavoro con le tubature e la condotta provvisoria è rimasta esterna, non sono più tornati a sistemare. C’è il rischio che qualche auto ci passi sopra».

Rosa abita alla palazzina alle spalle ed è sfiduciata. «Durante la campagna elettorale – afferma – hanno fatto tante promesse, hanno detto che avrebbero sistemato le palazzine, le strade, il problema dell’acqua. Ottenuto quello che volevano sono spariti tutti. Quando hanno fatto la conduttura nuova della fogna, hanno devastato tutte le strade. Ora stiamo peggio di prima». Rosa racconta che anche la sua casa ha problemi di crepe e umidità. Suo marito fa l’intonachista e fino a quando ha potuto, ha sistemato le crepe da solo per tutto l’edificio. «Ma è una responsabilità – spiega – e poi non è sicuro, non ha la scala e i trabattelli. Il problema è anche la pulizia. Non si vedono operatori ecologici qui a pulire da tanto tempo. Siamo terra di nessuno».

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