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Blitz contro mafia del Gargano, 2 arresti a Monte Sant'Angelo per tentata estorsione dopo dichiarazioni di un commerciante

 
Redazione online

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Avrebbero cercato di convincerlo a diminuire il volume di vendite così da eliminare forme di concorrenza a vantaggio di esercenti compiacenti, o in alternativa a pagare il pizzo

Giovedì 31 Ottobre 2024, 11:07

BARI - Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il tribunale di Bari su richiesta della distrettuale antimafia è stata eseguita dai carabinieri di Manfredonia nel Foggiano a carico di un 34enne e un 18enne di Monte Sant'Angelo (Fg) entrambi accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo e dall’agevolazione mafiosa.

Le indagini sono state avviate dai carabinieri di Monte Sant'Angelo in seguito alle dichiarazioni rese da un commerciante, a cui i due indagati si sarebbero rivolti nel tentativo di costringerlo a diminuire il volume di vendite così da eliminare forme di concorrenza a vantaggio di esercenti compiacenti - o, in alternativa, a partecipare direttamente - attraverso un contributo economico - al sostentamento di sodali appartenenti al clan Li Bergolis-Miucci, recentemente arrestati nell’ambito dell’operazione antimafia denominata 'Mari e Monti'.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri le pretese sarebbero state reiterate dai due indagati, con le stesse modalità, anche nei confronti di un altro commerciante del luogo, a cui era stato richiesto di contribuire alle spese legali e al mantenimento di esponenti mafiosi detenuti.
Le attività compiute dai militari - viene spiegato in una nota - costituiscono il naturale prosieguo dell’azione di contrasto al fenomeno mafioso promossa dalla procura distrettuale di Bari e dalla procura nazionale antimafia nell’area garganica, che ha recentemente visto il coinvolgimento di carabinieri, polizia e guardia di Finanza nell’esecuzione di 39 misure cautelari e di sequestri patrimoniali per circa 10 milioni di euro. Operazione nel corso della quale i carabinieri hanno anche rinvenuto e sequestrato circa 450mila euro in contanti, occultati all’interno di un’abitazione riconducibile a uno degli indagati, ritenuti provento di attività illecite.

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