BARI - La bellezza magica e ancestrale della Puglia, raccontata dal cortometraggio «CUSSIAH! Il più bell’albero» diretto dal cineasta barese Mimmo Mongelli. Il film è dunque un omaggio alla natura della Puglia, in particolare agli alberi monumentali (faggi, lecci, vallonee ed ulivi), silenziosi guardiani e figure protettrici della nostra vita, disseminati nelle campagne e nelle foreste secolari di una terra che non finisce mai di stupire. Alla natura maestosa si affianca la pietra dei muretti a secco, delle case coloniche, delle caverne, dei trulli e dei pagliari, dei menhir e dei dolmen, quella massiccia o intagliata, quella intonsa o manipolata per centinaia di generazioni dalle genti che ad essa hanno legato la propria esistenza, affidandola all’eternità.
I paesaggi rurali e arcaici diventano infine memoria ancestrale delle tradizioni, i miti, le leggende, le storie dei popoli di Puglia, su cui l’umanità ha costruito il proprio sapere più profondo, forse misconosciuto, ma impossibile da annientare, perché molto della conoscenza attuale non può prescindere da esso. Emergono così molti personaggi caratteristici della Puglia: San Michele Arcangelo, il Licantropo, Greguro e Margherita, la Grande Madre, il Cavaliere Templare, il Vampiro, i Monacelli, la Fata della Casa, la Masciara, San Giuseppe da Copertino, il Demonio. E, non ultimi, i propri cari, andati altrove.
Le indimenticabili note di uno dei musicisti più importanti dei nostri tempi, René Aubry, si susseguono per tutta la durata del film di Mongelli, suggellando l’amore del compositore francese per la Puglia (che ha scelto questa terra come sua seconda casa) ed accompagnando i mille risvolti di una storia iniziata da molto lontano.
LA TRAMA
Nella trama del film, la giovane neworchese Lu deve realizzare l’ultimo desiderio del padre, pugliese di quinta generazione: dissotterrare la capsula del tempo, che egli ha nascosto 40 anni prima, sotto «il più bell’albero», durante il suo unico viaggio in Puglia. Le circostanze di una morte improvvisa dell’amato genitore, però, lasciano sospesa la indicazione di quale sia «il più bell’albero», custode del prezioso messaggio alla posterità. Così Lu comincia la sua caccia al «tesoro», accompagnata dall’omonima Lucrezia, coetanea, lontanissima parente, e da Ranieri, altro remoto giovane congiunto.
Nel corso del viaggio per l’intera regione, da Sud a Nord, le regalità silvane, l’onnipresente presenza lapidea del territorio e del lavoro dell’uomo, nonché i personaggi magici, misteriosi, mitologici delle tradizioni folkloristiche, la scortano in un susseguirsi di eventi inaspettati e coinvolgenti, per un’esperienza indimenticabile, che la impianterà saldamente nelle sue origini paterne, ormai riconosciute pari a quelle altre materne, africane.
Il cast internazionale che impreziosisce il lavoro è costituito dalla protagonista Ellie May Todd, oltre a Andrew Shaldon, Mesicret Chimdi Fufa, Rascel Lamera e prestigiosi attori pugliesi, tra cui Alfredo Traversa, Nicola Eboli, Antonella Maddalena, Cinzia Clemente, Ivan dell’Edera, Vito Lopriore; nonché i giovani co-protagonisti Martina Ceglie e Michele Lobaccaro. La sceneggiatura è scritta dallo stesso Mongelli insieme a Salvatore De Mola, direzione della fotografia a cura di Angelo Stramaglia e Michele Di Fonzo, effetti speciali di Antonio Minelli, costumi di Rosa Lorusso, scenografia di Mattia Lorusso, trucchi di Carmen Siena e acconciature di Radu Istudor.