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Bari, il punto dei negozianti sui saldi: «Pochi acquisti, ormai non hanno significato»

 
Rita Schena (video Donato Fasano)

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Rita Schena (video Donato Fasano)

«Colpa della bulimia degli sconti tutto l'anno. Poi il caldo non è un incentivo»

Domenica 21 Luglio 2024, 13:25

BARI -  Il caldo non è sicuramente un incentivo ad andare per negozi in centro a far compere. Il fine settimana poi, chi può, va via verso il mare già dal venerdì, appena finito il lavoro. Così girare tra via Sparano, Argiro, il centro murattiano diventa un percorso di solitudine, dove più che vivere l'anima del commercio, vivi di introspezione. Si chiude la seconda settimana di saldi estivi (iniziati il 6 luglio) e si prova a tracciare un bilancio facendo capolino in boutique e negozi. Non serve parlare: poca gente, per lo più si guarda, chi è alla cassa non deve sicuramente gestire la fila.

«Purtroppo la bulimia degli sconti tutto l’anno ha svuotato di significato i saldi – conferma Benny Campobasso, presidente nazionale Fismo la Federazione italiana settore moda Confesercenti -. Ecco allora che a due settimane dall'avvio dei saldi che siamo nel pieno della stagione estiva delle vendite, resta solo gli addobbi in vetrina ad indicarlo. Altrimenti sembrerebbe una giornata qualsiasi. L’andamento di quest'anno è in linea con le aspettative, niente di più e niente di meno, con una media di spesa a famiglia di circa 200 euro. Molto simile a quanto successo lo scorso anno. Ormai è da troppo tempo che ci stiamo sgolando: i saldi (estivi e invernali) vanno ripensati e tanto per cominciare andrebbero posticipati a fine stagione, vietando gli sconti nei 30 giorni che precedono i saldi stessi».

La rivendicazione è nei confronti di quanti ben prima dell'avvio di stagione hanno iniziato a praticare sconti. Una pratica che gli stessi commercianti denunciano come pratica sleale.
«Molti colleghi si lamentano che i saldi quest'anno sono andati peggio del 2023 – spiega Riccardo Fortunato titolare di un outlet -. Tanti hanno iniziato a scontare la merce molto prima del 6 luglio. Contattano i clienti direttamente con promozioni mirate e sconti del 30-40%. Io gestisco un outlet e sono fuori da certe dinamiche, ma è chiaro che se parliamo di saldi, sono uno strumento che non funziona più».

«I saldi estivi dovrebbero essere posticipati e contenuti. Dal primo al 31 agosto e basta – sentenzia Marco Fanizzo che gestisce un negozio di moda uomo -. In questo modo potrebbero tornare ad essere uno strumento utile. Invece ora si vede gente per i primi due tre giorni e poi stop. Anche se in realtà il problema di noi commercianti di prossimità è la concorrenza delle vendite on line. Quelle sono scontate sempre, è un saldo continuo. Noi ormai reggiamo più per le presenze dei turisti che dei clienti tradizionali».

«Due settimane tempo di bilancio? Un bilancio che va male – sentenzia Nicola Valerio che da 50 anni vende prodotti di abbigliamento -. Io lo ripeto spesso: ormai non ci si veste più, ci si copre ed è molto differente. I bei tempi delle code fuori dai negozi con l'inizio dei saldi sono finiti e non torneranno. Ormai l'abbigliamento non è più una priorità. Si preferiscono i divertimenti, le vacanze, andare a mangiare fuori. Ci si trova con gli armadi pieni in casa e non si sente la necessità di comprare un capo nuovo. E' già tanto se in una stagione si compra un bermuda nuovo o una maglietta, che meno costano e meglio è».

«I grandi caldi iniziati quasi in concomitanza con l'avvio dei saldi ha scoraggiato i più a spostarsi e venire in centro – conferma Benny Campobasso -, d'altro canto Bari sta cercando di modificare le sue modalità commerciali, incentivando la città dei 15 minuti. Questo può anche dare un vantaggio al piccolo negozio di quartiere, anche se ci si deve impegnare di più: più servizi, parcheggi, zone pedonali dove sia piacevole passeggiare, una mobilità elettrica meno invasiva».
No, il caldo e le strade assolate non invogliano la passeggiata, il rito dello shopping, preferendo i centri commerciali o addirittura restare in casa a farsi portare quanto si ordina on line.
«In più l'instabilità geopolitica ha anche fermato il turismo russo che ha sempre portato molto denaro a Bari – conclude Francesco che da anni si occupa di biancheria intima – e soprattutto fatto aumentare i prezzi vertiginosamente. Riceviamo merce dai listini continuamente in rialzo». 

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