Con l’emergenza Coronavirus, il laboratorio dell’ospedale Di Venere di Bari è stato potenziato e oggi vengono analizzati 300 tamponi ogni giorno, secondo solo al Policlinico di Bari. Il servizio di Citologia e Screening dall’8 marzo scorso ha cambiato strada, convertendosi anche in laboratorio Covid ed entrando nella rete regionale dei laboratori Sars-Cov 2 istituita dalla Regione Puglia. «Questa struttura - dice il dottore Edmondo Adorisio, direttore di Patologia clinica - è nata dalla riconversione parziale del laboratorio di Cito-isto-patologia screening della Asl di Bari e opera suddividendo l’attività lavorativa in due cicli, uno tradizionale e l’altro in urgenza, in funzione 24 ore al giorno».
Il potenziamento è stato innanzitutto logistico, in quanto è stata riservata una parte degli ambienti all’attività di analisi Covid, in modo del tutto sicuro e isolato rispetto al resto del laboratorio. Una riconversione attuata applicando rigorose misure di sicurezza per il personale che, come in ogni altro reparto Covid, utilizza dispositivi di protezione individuale in grado, a seconda delle lavorazioni, di ridurre al minimo i rischi di contagio. Sono state acquistate delle cappe aspiranti a flusso laminare per biologia molecolare che consentono di contenere il rischio nella manipolazione dei tamponi, e Dpi di contenimento classe 2-3, adatti anch’essi a maneggiare in sicurezza i tamponi del Coronavirus. Così da 36 tamponi al giorno si è passati a 300, con punte di 350.
Questo laboratorio - conferma la direttrice Michela Iacobellis, responsabile del servizio centralizzato di Citologia e Screening - è oggi in grado di rispondere alle richieste del nostro ospedale e a quelle esterne provenienti dal dipartimento di Prevenzione, da tutti gli altri ospedali e pronto soccorso Asl. Alla fine del processo i dati vengono inseriti direttamente nel software dell’Istituto Superiore di Sanità, con cui siamo collegati in tempo reale».