Martedì 21 Ottobre 2025 | 18:57

Bari «esplode» per Emma: «Sono morta dentro tante volte, continuo a stare sul palco per voi e per mio papà»

Bari «esplode» per Emma: «Sono morta dentro tante volte, continuo a stare sul palco per voi e per mio papà»

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Ultima data del tour della cantante salentina che nei giorni scorsi ha annunciato lo stop. Il racconto del concerto tra inviti all'empatia e grande commozione in ricordo del padre che non c'è più

Lunedì 18 Novembre 2024, 10:35

19 Novembre 2024, 17:18

BARI - Ci sono persone per le quali è evidente che esista un posto nel mondo ben definito. C'è chi nasce per scrivere, chi per cantare, chi per aiutare, essere di ispirazione, governare. Il posto di Emma Marrone è senza dubbio il palco. Qualche giorno fa alcune sue dichiarazioni hanno impensierito i fan: «Mi fermo, ho bisogno di tempo per me». Ma ieri sera al PalaFlorio di Bari, ultima data del tour «In Da Town», nella «sua» Puglia, il messaggio è arrivato completo, forte e chiaro: «Mi fermo per tornare, perché io torno sempre, e sarà ancora meglio»

Un concerto che ho visto seduta casualmente vicino alla sua mamma, Maria, in viaggio insieme a lei dai primi di novembre, e accompagnata per l'occasione da buona parte della sua grande famiglia salentina. «Solitamente per l'ultima data si dicono molte cose - inizia Emma dal palco - in questi anni sono morta tante volte, anche male, sono morta dentro ma ho incontrato tante persone che soffrono più di me, e mi danno la forza di salire sul palco e fare del mio meglio». Comincia così il lungo discorso iniziale della cantante salentina, parole che lasciano trapelare un'urgenza di raccontarsi, quasi di «spiegare» al suo pubblico, sempre caloroso e partecipe, il motivo per cui continua a fare musica nonostante le batoste della vita. «Lo faccio per chi mi ama e mi rispetta come persona, e poi anche come artista. Ho dovuto ricominciare tante volte, mi sono strappata di dosso quello che avevo con sudore e fatica, cercando di mostrarlo sempre meno a chi viene a vedermi, perché la gente vuole l'energia, non mi piangerò mai addosso perché ho una dignità».

Parole dure, affilate, che ascoltiamo tutti con attenzione e fanno capire che la forza di Emma, oltre a una scaletta tutta di successi che danno l'idea dei suoi quindici anni di ben consolidata carriera, è la capacità di comunicare con onestà, senza filtri: «Senza il vostro amore, che arriva forte e chiaro, non sarei qui, e voglio lasciarvi un pensiero: anche se la vita va un po' così, non incattivitevi, imparate il rispetto e l'empatia, non diventate quelli che offendono, parlano male o cercano di affossare, accogliete i piccoli errori e i fallimenti come un buon modo per ripartire da zero. Questo vi renderà grandi, non sputare m*rda sulla vita degli altri». A questo punto il palazzetto esplode in un applauso e c'è ampio spazio alla musica, dai medley rock delle sue hit (Io sono bella, Cercavo amoreAmami), alle ultime fortunate collaborazioni (Taxi sulla Luna con Tony Effe, Ho voglia di te, con Olly e JVLI, In Italia, con Fabri Fibra).

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Con la coda dell'occhio sbircio la mamma di Emma, che conosce buona parte delle canzoni, forse le hit storiche un po' meglio delle ultime, che hanno anche segnato una svolta artistica contemporanea e pienamente al passo coi tempi. Un momento indimenticabile arriva con Intervallo, canzone dedicata al papà scomparso e contenuta nel disco Souvenir: Emma è seduta, canta «Questo film è tutto nostro. Il finale posso ancora immaginarlo. Siamo solamente usciti all'intervallo», e scoppia poi in un pianto liberatorio, abbracciata da tutto il palazzetto che applaude e si commuove con lei. «Siete stati fondamentali, ci avete inondato d'amore. Ma adesso vado avanti, perché mio padre vorrebbe vedermi così, straf*ga, per la c*zzo di regina che sono». Accompagnata da una band che suona con un gran tiro (vale sempre la pena citarli tutti: Lucio Enrico Fasino al basso, Donald Renda alla batteria, Rufio Raffaele Littorio alle chitarre, Christian Rigano alle tastiere, Elisabetta Pia Ferrari e Tahnee Rodriguez alle voci; direzione musicale di Francesco Catitti "Katoo") e da un corpo di ballo composto da Chelsea Ordu, Mirko Monaco, Francesca Borri, Alessandro Covarelli, Giuseppe Troise e Chiara Vecchione, Emma si aggiunge a loro per alcune coreografie, curate da Macia Del Prete, e dà vita così a uno spettacolo davvero completo.

Il finale è tutto per i fan, tanta energia su Femme Fatale, canzone della scorsa estate, e su Apnea, che a quasi un anno dalla partecipazione a Sanremo suona più attuale che mai (poche altre canzoni hanno avuto lo stesso destino, e sono cantate quasi tutte da donne). Mentre le casse diffondono la voce di Fabri Fibra sulla sua strofa di In Italia, i ledwall passano messaggi di stop alla violenza contro le donne, all'omotransfobia, ai bombardamenti su Gaza, agli autoritarismi, ulteriore segno di una voce usata non solo per cantare. Inchino finale e poi giù a salutare le prime file della platea, tra lacrime, abbracci, cartelloni (c'è perfino chi è riuscito a consegnare una chiavetta al chitarrista della band sperando che arrivi a Emma, con una proposta di scrivere una canzone per lei. La magia della musica può fare questo e altro). Faccio un in bocca al lupo, di cuore, a mamma Maria, e vado via comprendendo al massimo perché Emma si senta «onorata» da tutto questo affetto (è un aggettivo che ripeterà più volte nel corso della serata). «Il tempo di scrivere un altro disco e torno. State tranquilli. E sarà ancora meglio, sarà sempre meglio». Si mormora che a Capodanno sarà di nuovo a Bari, per il concertone in piazza con i collegamenti su Canale 5. Ma se questo è il suo commiato per un po', chapeau.

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