TARANTO - Lavora alacremente in ottica-Olimpiadi, il commissario tecnico della Nazionale maschile Fefè De Giorgi, con i componenti del suo staff. In questa fase dedicata ai campionati ed alle coppe si gettano le basi per l’attività che, in poche settimane, vedrà gli azzurri impegnati a garantirsi il pass per le Olimpiadi e poi, si spera, a cimentarsi ai giochi a cinque cerchi.
«Seguiamo i giocatori che fanno parte del giro della Nazionale - afferma De Giorgi, squinzanese d.o.c. -. In gara, ma anche in allenamento. Visioniamo i giovani che hanno le potenzialità per indossare la casacca dell’Italia, in Superlega, ma senza tralasciare chi si mette in luce in A2. Sono in costante contatto con le società e con i colleghi che vi lavorano. Mi informo su tutti gli aspetti che vanno monitorati. Quando la stagione terminerà avremo poche settimane a disposizione per farci trovare pronti per la VNL (Volleyball Nations League ndr), dalla quale passerà la qualificazione ai giochi: siamo fermamente decisi ad essere presenti».
I centrali Simone Anzani (Cucine Lube Civitanova) e Roberto Russo (Sir Susa Vim Perugia) e l’opposto Yuri Romanò (Gas Sales Bluenergy Piacenza) si sono ripresi dagli infortuni con i quali hanno dovuto fare i conti. Quanto è importante il loro recupero?
«Per lottare al top, abbiamo bisogno di tutti gli atleti migliori del panorama italiano. È quindi fondamentale che i giocatori che hanno avuto dei problemi fisici scendano in campo con continuità per presentarsi all’appuntamento con la maglia azzurra in condizioni ottimali. Stiamo parlando di uomini importanti sia dal punto di vista tecnico che nell’ambito del gruppo».
L’opposto Kamil Rychlicki (Itas Trentino) ha ottenuto la cittadinanza italiana. Sarà utile all’Italia?
«In questo momento il lussemburghese non ha ancora l’”eleggibilità” per essere schierato in Nazionale. Ogni discorso legato ad una sua convocazione sarebbe prematuro. Ciò premesso, si tratta di un giocatore di spessore, titolare in uno dei top team della Superlega».
Il gruppo che ha allestito ha un’età media molto bassa. Alle spalle degli azzurri di oggi stanno emergendo i ricambi del futuro?
«Chi guida la Nazionale, al di là della durata del proprio contratto, ha il dovere di non limitarsi a guardare al presente, ma deve costruire anche in prospettiva. Le mie scelte sono improntate a questa filosofia. Il movimento propone alcuni giovani interessanti. Tra questi, in Superlega, figurano gli schiacciatori Davide Gardini e Luca Porro della Pallavolo Padova, che stanno scendendo in campo con continuità, il centrale Giovanni Gargiulo della Prisma Gioiella Taranto, il laterale Francesco Sani della Rana Verona, che però viene impiegato in maniera saltuaria. In A2, con la Consar Ravenna, milita il “martello” Alessandro Bovolenta, che ha già fatto parte della rosa che ha conquistato l’argento agli ultimi Europei».
La sua Nazionale ha stabilito un feeling straordinario con il pubblico. Come se lo spiega? Merito del doppio successo centrato agli Europei 2021 ed ai Mondiali 2022?
«I componenti del gruppo, oltre ad essere quasi tutti giovani e di talento, sono innamorati della maglia azzurra e trasmettono questo loro sentimento. Inoltre, stanno bene insieme. Gli appassionati percepiscono tutto ciò. È per questo motivo che la nostra è una formazione che piace e che emoziona. Per noi la vicinanza dei tifosi conta quanto salire sul podio».
Quali indicazioni sono emerse sin qui dalla Superlega?
«È un torneo molto competitivo, che permette a chi vi partecipa di crescere. Per vincere ogni singolo match bisogna giocare bene. Trento e Perugia hanno dimostrato di essere forti e continue, ma non sono le uniche squadre in grado di puntare allo scudetto. Alle loro spalle, le altre compagini hanno avuto alti e bassi ma conterà il rendimento nei playoff».
La Prisma Gioiella Taranto ha ottenuto la permanenza. Quanto conta per il movimento pugliese?
«Si tratta di un ottimo risultato, per nulla scontato in un campionato difficilissimo. Gli ionici si sono espressi spesso a buoni livelli e se avessero vinto qualcuno dei tanti tie-break persi si sarebbero salvati prima. Per la nostra regione, che ha passione e tradizione, è fondamentale avere un club in Superlega. Mi auguro che tutte le società, indipendentemente dalla serie di appartenenza, si diano una struttura solida. Per mirare in alto, occorrono anche sponsor ed impianti all’altezza, ma senza un club quadrato non si va lontano».
Il suo libro «Egoisti di squadra», edito da Mondadori, sta andando a gonfie vele.
«Siamo già a due ristampe. Ho condiviso con i lettori le mie esperienze. Parlo di metodo di lavoro, di leadership, di giovani, di crescita personale, di gestione del gruppo, di come fare convivere il talento individuale con lo spirito di squadra, di valori».
L’Italia non ha ancora ottenuto il pass per le Olimpiadi, ma tutti lo danno per scontato. È così?
Siamo primi nel ranking tra le nazionali che non sono ancora qualificate ed abbiamo un sensibile vantaggio sulla sesta, con cinque posti ancora a disposizione. Sono ottimista, ma dobbiamo meritare sul campo di esserci, anche perché fare bene in Vnl ci aiuterebbe a presentarci ai giochi con tanta autostima ed in condizioni psico-fisiche ottimali».
Per puntare a quell’oro olimpico mai vinto dall’Italia del volley?
«Pensiamo di essere competitivi, ma non è il caso di caricare i ragazzi di pressioni: sarebbero già tante per il solo fatto di essere in lizza in un evento che ha una portata planetaria».