Il conto alla rovescia è agli sgoccioli. Domenica si alzerà il sipario sul campionato più bello del mondo, cioé la Superlega italiana di pallavolo. La meravigliosa vittoria della Nazionale femminile guidata da Velasco alle Olimpiadi, ma anche il quarto posto degli uomini del salentino De Giorgi, hanno acceso ulteriormente i riflettori su uno sport che soprattutto in questi ultimi anni ha conquistato spazi e entusiasmo, oltre che risultati prestigiosissimi a livelli di maglia azzurra.
Dall’estate rovente del volley italiano, dunque, alla ripartenza di un campionato che si è fatto speditamente largo nell’interesse degli italiani. Palazzetti pieni, tv sempre più presenti, la consapevolezza di vivere la partita in piena tranquillità, tifando per la propria squadra anziché inveire contro l’avversario. Questione di cultura sportiva, evidentemente.
Presidente Giuseppe Manfredi, sta per ripartire la stagione. Quale il messaggio del presidente alle società?
«Ripartiamo da qualcosa di positivo, un’estate che ci ha regalato la grande gioia di una medaglia d’oro alle Olimpiadi, la prima volta in assoluto. Ma non solo quello. Dietro lo splendido successo delle ragazze di Velasco, c’è tanto altro che brilla. La vittoria nella VN femminile, per esempio. E il grande bottino a livello giovanile, dove le nostre Nazionali sono andate praticamente tutte a medaglia. Tanta concretezza, dunque. E l’augurio a tutti, è quello di mantenere alto lo standard tecnico. Un grazie preventivo alle società, tutte, per quello che fanno e potranno fare per la pallavolo».
Quale, invece, il messaggio ai tifosi, dopo l'operazione simpatia dell'Europeo itinerante?
«Il movimento del volley è in continua crescita, anche a livello di iscrizioni dell’attività giovanile. Credo che il pubblico ci stia seguendo con passione crescente. E quando nei palazzetti vedi intere famiglie a seguire le partite, non puoi che sentirti felice. Il nostro è uno sport alla portata di tutti. Con un’etica precisa da seguire: il rispetto prima e dopo le partite, rispetto sempre».
Uno sguardo alla mappa della Superlega: baricentro spostato a Nord, Taranto è l'unico baluardo rimasto a difendere il Sud.
«E io, pugliese di Alberobello, non posso che ringraziare chi tiene in piedi questa realtà da anni. e lo dico con il cuore. Partecipare alla Superlega o al massimo campionato nazionale femminile, significa entrare in dinamiche e interessi molto più duri. Se non si trovano investitori, diventa molto complicato. Taranto è una realtà molto importante per la pallavolo italiana, al di là del fatto che si parli di una città pugliese. È vero, anche, che in A3 ci sono invece tante altre società della Puglia che cominciano ad affacciarsi, il fermento è diverso. Per il momento è questa la dimensione, ma parliamo sempre di campionati di respiro nazionale».
Si è fatto un’idea particolare di ciò che manca per compiere il salto di qualità?
«Ribadisco il concetto. Servono investitori. Gli impianti non sono male. Aggiungerei che anche in serie B, il movimento pugliese è bello solido. Senza dimenticare la salentina Melendugno in A2 donne, altra bella realtà».
Facciamo un paio di salti all'indietro, alle Olimpiadi: a bocce ormai ferme, che idea si è fatto del trionfo rosa e del mancato podio degli uomini?
«C’è tutto un grande lavoro dietro ogni trionfo. Applausi allo staff, eccezionale. Poi, va anche detto che non si può vincere sempre. Il livello si è alzato moltissimo e comunque credo che aver raggiunto una semifinale olimpica (il riferimento è alla nazionale maschile, ndr) resti un risultato di rilievo»
Comunque lei è un presidente che può ritenersi soddisfatto, fra titoli europei, mondiali e olimpici. Cos'altro vuole vincere? O meglio, per quanto altro tempo vuole vincere?
«Vorrei sottolineare che il presidente federale non vince nulla da solo. È semplicemente una guida di una compagine dove in tanti svolgono un ottimo lavoro. Ma è chiaro sono soddisfatto dei risultati raggiunti in questi anni. Il difficile è mantenersi a quei livelli».
Elezioni in vista. Manfredi si ricandida?
«Si vota a febbraio. C’è tempo per parlare e discutere, l’importante è comporre un quadro importante. Ma dipende da tante situazioni, la salute in primis».