SQUINZANO - Sarà una mattinata di «passione», quella di domani, in casa De Giorgi, a Squinzano. Ma anche il resto del paese a nord di Lecce farà il tifo per il suo illustre concittadino Fefè che, sulla panchina dell’Italia, si giocherà, contro la Polonia, l’ammissione alla finalissima del campionato del mondo di pallavolo maschile in corso di svolgimento nelle Filippine. Ma sarà così anche nella vicina Trepuzzi, dove da qualche tempo abita il commissario tecnico azzurro, cosa che ha creato quasi un … «incidente diplomatico» tra i due comuni.
«In paese sono tutti orgogliosi di ciò che ha fatto Ferdinando nella sua carriera, a maggior ragione da quando è alla guida dell’Italia, unendo l’affetto e la stima per lui con il tifo per la nazionale - afferma Michele De Giorgi, fratello minore del “cittì”, per 27 anni palleggiatore di buonissimo livello sui parquet di A1 ed A2, oggi docente di educazione motoria ed allenatore nella «Degiorgivolley», associazione pallavolistica da lui creata –. Per noi di famiglia, sottolineare che siamo orgogliosi di Fefè è dire poco. Da quando siede sulla panchina azzurra, oltre a vincere un mondiale ed un europeo, sono arrivati solo piazzamenti di rilievo e si sa che issarsi in alto è difficile, ma restare nell’élite della pallavolo intercontinentale è ancora più complicato. Anche se non è solo merito suo, in quanto certi traguardi si possono raggiungere solo con il lavoro certosino di tutte le componenti».
Domani, il cuore dei De Giorgi batterà forte: «Oltre a papà Vituccio ed a mamma Lucia, trepideranno per Fefè e per l’Italia i suoi otto fratelli. Saremo tutti dinanzi al televisore. Claudio in Svizzera, Giovanni a Verona, Tarcisio a Montichiari, io, Gino, Annarita, Rosaria e Giuseppe a Squinzano. Ciascuno con le sue scaramanzie. Saremo tutti tesissimi».
Papà Vituccio, che a suo tempo non condivideva la passione per il volley di Fefè, non si perde una partita: «Aveva il timore che lo sport distogliesse mio fratello dallo studio. A quei tempi era inconcepibile pensare che la pallavolo potesse diventare un lavoro. Ora è orgoglioso di Ferdinando come tutti noi. Ha compiuto cento anni a maggio, ma segue l’Italia con attenzione e passione».
A dispetto delle iniziali perplessità di papà Vituccio, del resto, il volley ha coinvolto altri tre figli e tre nipoti: «Io ho giocato in A1 ed A2, Tarcisio e Giuseppe sino alla C. Federico, figlio di Fefè, sino alla B, ma ora ha smesso ed ha sostenuto il concorso per diventare magistrato. Per quel che riguarda i miei figli, Francesco milita nel Galatone, in A3, ed Andrea nell’Asd Degiorgivolley, in D».
Da palleggiatore di lungo corso, Michele De Giorgi è in grado di dare un parere competente sulla semifinale tra Italia e Polonia: «Si troveranno di fronte le due nazionali che in questo momento occupano rispettivamente il secondo ed il primo posto nel ranking mondiale. Già questa circostanza chiarisce il livello del confronto. I due team si sono sfidati più volte negli ultimi anni, con risultati alterni. Sarà decisivo ogni singolo dettaglio. Per molti osservatori questa è la vera finale del torneo iridato, per la caratura tecnica dei due collettivi, ma in manifestazioni del genere è doveroso rispettare qualunque avversaria».
Difficile azzardare pronostici: «Quando si danno battaglia due squadroni di tale caratura può accadere di tutto. La Polonia partirà favorita perché è prima nel ranking e dispone di una rosa lunga. Si pensi che ha lasciato a casa cinque o sei atleti dello spessore di quelli che sono stati convocati. Personalmente, dopo le ultime prove degli azzurri, ho buone sensazioni. Vedremo cosa deciderà il campo, che è giudice insindacabile. La cosa che resterà è che l’Italia figura ancora una volta tra le migliori quattro al mondo. Se arriverà una medaglia sarà tutto ancora più bello, ma si tratta già di un risultato di rilievo. Affatto scontato».
«Sono convinto che l’infortunio occorso a Lavia poco prima della partenza ha avuto il suo peso a livello mentale, durante la fase a girone. Dopo avere perso col Belgio, l’Italia è stata obbligata a battere l’Ucraina per andare avanti. Riuscendoci, i ragazzi si sono tolti un peso, tant’è che, contro l’Argentina, negli ottavi, e soprattutto contro il Belgio, nei quarti, ho ammirato il loro volto migliore che spero di rivedere contro la Polonia».