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Tredicesima 2025: nessuna agevolazione sulla tassazione

Tredicesima 2025: nessuna agevolazione sulla tassazione

 
Agenzia Adnkronos

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Tredicesima 2025: nessuna agevolazione sulla tassazione

Come e quanto è tassata la tredicesima? L'importo è sempre più basso dello stipendio o della pensione e quest’anno non ci sono bonus aggiuntivi

Giovedì 11 Dicembre 2025, 11:50

(Adnkronos) - La tredicesima è tassata più di stipendio e pensione? Questa la domanda ricorrente di dipendenti e pensionati quando si avvicina il periodo di pagamento della cosiddetta gratifica natalizia.

In realtà sull’importo che viene erogato generalmente nel mese di dicembre non si pagano più tasse. Il minor valore rispetto allo stipendio e l'assegno della pensione è dovuto al fatto che sulla tredicesima vengono meno bonus e detrazioni.

Se l’anno scorso furono introdotte alcune misure per compensare questa mancanza, lo stesso non si può dire per il 2025.

Dicembre è tempo di tredicesima: pensionati e dipendenti ricevono la mensilità aggiuntiva, ma l’importo viene erogato in tempi e modalità differenti, a seconda della categoria.

I pensionati e le pensionate sono stati i primi a ricevere la tredicesima: l’importo è stato accreditato assieme all’assegno mensile il 1° dicembre.

Per i dipendenti privati non c’è una data specifica, mentre per gli statali sono fissate per legge.

La tredicesima mensilità ha sempre un importo minore rispetto allo stipendio o alla pensione. Va precisato, però, che la somma non subisce una modalità di tassazione differente, in quanto si applicano le aliquote ordinarie IRPEF, graduate in base al valore della retribuzione annua.

Anche dal punto di vista dei contributi, la mensilità aggiuntiva di dicembre sconta le aliquote standard e, nella maggior parte dei casi, il valore è pari al 9,19 per cento.

A parità di mesi lavorati (chi viene assunto in corso d’anno riceve sempre di meno in quanto la tredicesima si calcola in rapporto alle mensilità lavorate), a fare la differenza è la mancata applicazione di bonus e agevolazioni.

Ad alleggerire il peso del Fisco sulla busta paga mensile sono le agevolazioni introdotte proprio per ridurre il cuneo fiscale che incide su stipendi e pensioni: detrazioni per lavoro dipendente, taglio del cuneo e trattamento integrativo.

Sulla tredicesima, infatti, non sono applicate le detrazioni per lavoro dipendente, previste invece mese per mese e ripartite su dodici mensilità per lo stipendio. L’importo massimo previsto annualmente è di 1.955 euro, graduato in base al reddito.

Sull’importo della mensilità aggiuntiva viene meno anche il beneficio che deriva dal taglio del cuneo fiscale e contributivo, calcolato in percentuale in base al reddito.

Dal 2025 il bonus assume una forma diversa in base al valore della retribuzione:

● a chi non supera la soglia dei 20.000 euro viene riconosciuta un contributo che non concorre alla formazione del reddito calcolata in base a diverse percentuali;

○ 7,1 per cento fino a 8.500 euro;

○ 5,3 per cento tra 8.500 e 15.000 euro;

○ 4,8 per cento tra i 15.000 e i 20.000;

● oltre questa soglia diventa una ulteriore detrazione fiscale:

○ che sarà pari a 1.000 euro tra i 20.000 e i 32.000 euro;

○ per poi ridursi fino ad azzerarsi tra i 32.000 e i 40.000 euro.

Infine, sugli stipendi si applica il trattamento integrativo (TIR) che può arrivare fino a 1.200 euro all’anno e che, anche in questo caso, spetta come bonus o come detrazione aggiuntiva in base al valore del reddito annuo, fino a 28.000 euro.

Per i pensionati lo scenario è simile: vengono meno le detrazioni mensili, comprese quelle per i carichi di famiglia.

La differenza di importo tra stipendio/pensione e tredicesima, dunque, è tutta qui: si tratta dell’effetto della mancata applicazione di tali agevolazioni.

Per compensare questa differenza e aumentare l’importo della tredicesima, nel 2024 è stato concesso il cosiddetto bonus Natale: 100 euro per i genitori con figli a carico.

Il 2025, però, resta senza interventi sulla mensilità aggiuntiva e anche i progetti per il futuro sembrano sfumare. All’orizzonte non ci sono né indennità né forme di detassazione.

Sebbene l’idea di prevedere una tassazione più bassa sia in campo da maggio 2023, a parte quello dell’anno scorso non ci sono stati altri interventi. Il dibattito ha interessato anche il cantiere della Legge di Bilancio 2026 ma, almeno per ora, senza risultati concreti.

Una delle ipotesi, che non ha trovato spazio nel DdL, prevede l’applicazione di una flat tax sugli importi al 5 o al 10 per cento, senza quindi tener conto delle aliquote IRPEF.

Interventi che, ad ogni modo, non si vedrebbero comunque prima del prossimo anno.

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