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Rottamazione delle cartelle: come funzionano i pagamenti

Rottamazione delle cartelle: come funzionano i pagamenti

 
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Rottamazione delle cartelle: come funzionano i pagamenti

I principali vantaggi della rottamazione delle cartelle si concretizzano nelle modalità di pagamento: dai piani di rateazione alle somme scontate. Focus sulla definizione agevolata in corso e su quella in arrivo

Martedì 28 Ottobre 2025, 19:20

(Adnkronos Salute) - In arrivo una nuova stagione di pace fiscale: il cuore delle definizioni agevolate è rappresentato dai vantaggi che si ottengono sui pagamenti dovuti.

Lo strumento della rottamazione, infatti, concede a cittadini e cittadine la possibilità di ottenere sconti sul totale da versare e tempi più lunghi per procedere.

Focus sulle regole previste e su quelle in cantiere con la prossima Legge di Bilancio.

Iltesto del Disegno di Legge di Bilancio 2026 conferma le anticipazioni delle ultime settimane: con la prossima Manovra arriverà una nuova pace fiscale. Rispetto al passato, ci sono diverse innovazioni che toccano anche le modalità di pagamento.

In estrema sintesi, la rottamazione delle cartelle è uno strumento che permette ai cittadini di sanare i propri debiti, beneficiando di una serie di agevolazioni.

Negli ultimi dieci anni sono state approvate diverse versioni e nel tempo sono cambiati anche i vantaggi previsti per chi aderisce.

Attualmente è in corso la definizione agevolata dei carichi affidati alla Riscossione dal 2000 al 2022 prevista dalla prima Legge di Bilancio (art. 1, commi da 231 a 252, della Legge n. 197/2022) dell’attuale Governo.

In programma con la prossima Manovra c’è la possibilità, per chi ha dichiarato e non versato, di ottenere un piano agevolato per le cartelle ricevute fino alla fine del 2023.

Il punto chiave della rottamazione in corso e di quella in arrivo consiste nella possibilità di pagare solo una parte dell’importo totalmente dovuto per mettersi in regola.

Chi ha aderito alla rottamazione quater e chi aderirà alla quinquies è chiamato a versare le somme dovute a titolo di capitale, il capitolo principale della cartella ricevuta, e le spese per le procedure esecutive e per i diritti di notifica.

Si eliminano gli interessi e le sanzioni.

L’altro aspetto vantaggioso della pace fiscale, che si lega ai pagamenti, è la tabella di marcia da rispettare per versare le somme.

A chi ha aderito alla definizione agevolata delle cartelle prevista nel 2023 è stata data la possibilità di pagare in due modalità a partire dal 31 ottobre 2023:

● in un’unica tranche;

● seguendo un piano quinquennale per un totale di 18 rate con scadenza 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre.

Le prime due avevano un importo più alto, pari al 10% delle somme complessivamente dovute a titolo di definizione agevolata, mentre nei restanti appuntamenti è prevista sempre la stessa cifra. Basta un mancato pagamento per perdere i benefici.

Al pagamento rateizzato si applicano gli interessi al tasso del 2 per cento annuo, dal 1° novembre 2023.

Ed è proprio nel piano di rateizzazione che la rottamazione quinquies prevede delle importanti innovazioni.

Va specificato che le regole contenute nel testo del Disegno di Legge di Bilancio possono ancora cambiare: la Manovra assumerà i suoi contorni definitivi solo a fine anno con l’approvazione di entrambi i rami del Parlamento.

In ogni caso, si parte da alcune novità importanti per il pagamento delle cartelle in via agevolata a partire dal 31 luglio 2026.

Oltre alla possibilità di versare in un’unica soluzione, si può accedere a un piano di versamenti che ha le seguenti caratteristiche:

● dura 9 anni con un massimo di 54 rate;

● ha una cadenza bimestrale;

● non prevede maxi rate iniziali, ma solo un importo minimo per ogni versamento che è pari a 100 euro;

● perdona fino a due mancati pagamenti prima della decadenza.

La novità meno vantaggiosa rispetto alla rottamazione quater riguarda gli interessi per i piani rateali che si calcolano a decorrere dal 1° agosto 2026 con un tasso del 4 per cento annuo.

Le regole sui pagamenti sono la chiave delle rottamazioni adottate negli ultimi anni. C’è da dire, però, che spesso neanche con le definizioni agevolate si riesce a fare pace con il Fisco: per le precedenti edizioni, si è registrato un tasso di decadenza, e quindi di perdita dei benefici, che oscilla intorno al 50 per cento e arriva fino al 70 per cento.

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