In Puglia e Basilicata
In televisione
29 Luglio 2022
Marzia Gandolfi
Nel 2017, Michelle Carter, diciottenne del Massachusetts, è dichiarata colpevole di omicidio involontario. Per i giudici avrebbe incoraggiato le tendenze suicide di Conrad Roy, boy-friend consumato dalla depressione. Ordinaria come i suoi protagonisti, la storia diventa un true crime dove l’arma del delitto è un SMS. Ma dietro il proposito giudiziario, le parole possono uccidere, The Girl from Plainville si interroga sul ruolo di Internet, dei social network e della messaggistica istantanea nella «fabbricazione» di relazioni tossiche. Dopo il documentario di HBO (I Love You, Now Die: The Commonwealth v. Michelle Carter), la serie di Liz Hannah e Patrick Macmanus, otto episodi diffusi da Starzpaly, ritorna sul «caso Conrad Roy», ripercorrendo scrupolosamente gli eventi che hanno condotto alla tragedia di due adolescenti. Divorato da pensieri negativi e dalla solitudine che ne deriva, Conrad si aggrappa a Michelle come a una boa di salvataggio.
Ma la ragazza, afflitta da emozioni contrastanti, incarna il narcisismo della gioventù 2.0, quel bisogno ossessivo di essere amati e guardati. La loro intensa relazione a distanza è alimentata da illusioni, proiezioni e sogni che sembrano provenire direttamente dalle serie TV per teenager. Michelle parla come le eroine di Gleee ripara in un mondo virtuale a cui gli adulti, tutti impotenti, non hanno accesso. Impossibile disinnescare un malessere che sfugge. Incapaci di affrontare la realtà, i protagonisti sono due emarginati che cercano nella parola scritta l’illusione dell’intimità. Ci volevano due attori di carattere per far palpitare questo legame fragile appeso a un SMS. Colton Ryan, a dispetto del ruolo, non si lascia intimidire da Elle Fanning, sfinge folgorante nel ruolo detestabile di Michelle.
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