Si scrive telemarketing, si legge tortura. La telefonata arriva, due volte su tre, all'ora di pranzo o a quella di cena, salvo qualche intermezzo nella mattinata o nel primo pomeriggio. I call center che propongono abbonamenti a tv digitali, luce, gas, fibra ottica e così via, sono ormai una croce per milioni di utenti: quando sul display del nostro smartphone compare uno «06» o uno «02» oppure un numero di cellulare estraneo alle nostra rubrica, è un terno al lotto. Se, infatti, fino a un anno fa quel disturbo era in qualche modo riconoscibile dallo «sconosciuto», ora la trasparenza si è trasformata in un un incubo. Quel «Salve sono... di...», irrita a tal punto che, istintivamente, riattacchiamo perché il massacro è continuativo.
Uno strumento per impedirlo c'è, anzi ci sarebbe, ed è operativo da qualche mese: si chiama Registro pubblico delle opposizioni (Rpo). Un sistema, che ha già visto oltre 4 milioni di iscritti, una goccia nel mare – il 5% - delle circa 80 milioni di sim attive in Italia (c.d. «human» cioè utilizzate per conversazioni), come da dati Osservatorio Agcom. Indubbiamente più rapido ed efficace del percorso che prima doveva seguire un utente: cioè fare un ricorso o un esposto al Garante e aspettare i tempi di definizione del procedimento mentre nel frattempo il martellamento al cellulare, o al telefono di casa, proseguiva senza sosta. Con il rischio che «silenziavi» uno, mentre i consensi nel frattempo (frettolosamente) rilasciati di qua e di là, allargavano la platea degli utilizzatori dei dati soprattutto alla luce della costituzione di veri e propri elenchi telefonici pubblici.
Con il RPO si definisce un percorso culminato un anno fa con il Dpr 27 gennaio 2022, n. 26 - a sua volta frutto di una legge del 2018 gemmata da una norma del 2010 - che ha regolamentato proprio i comportamento degli operatori ma, soprattutto, i diritti degli utenti. Adesso, infatti, un operatore prima di telefonare deve consultare periodicamente il registro pubblico delle opposizioni per verificare se quell'utenza è contattabile oppure no: una sorta di mega elenco telefonico in cui ciascuno può revocare un eventuale consenso dato in precedenza e non sempre acquisito con trasparenza visto che spesso, al termine di un contatto, veniamo invitati a «firmare» senza leggere dove mettiamo una «x» per prestare il consenso.
Come funziona? Le modalità sono diverse e più rapide (servono pochi minuti) rispetto al passato, perché così becchi (o dovresti beccare!) tutti i potenziali call center in un colpo solo. Quindi, stop ai numeri sconosciuti, e massima visibilità ai numeri del chiamante anche se - come nel caso di un operatore di una tv digitale - il numero chiamante «02» di un prefisso milanese, è lo stesso utilizzato da una ventina di differenti call center cui si rivolge quella società. E così capita che nel giro di una settimana, si viene contattati più volte per lo stesso prodotto per il quale hai declinato il tuo interesse.
Ma torniamo al RPO. La procedura (abbastanza semplice poiché è «guidata») prevede l'iscrizione dell'utente al Registro che annulla i consensi alla pubblicità rilasciati in precedenza, rinunciando così a ricevere chiamate indesiderate sui numeri di telefono cellulari e fissi di cui si è intestatari. Attenzione: tale stop riguarda i consensi rilasciati fino a quel momento e non quelli successivi: se ci si iscrive oggi al RPO e domani si rilascia un consenso dopo aver sottoscritto un contratto per la fornitura di energia elettrica, sarà indispensabile «rinnovare» l'iscrizione ripetendo la procedura.
L'iscrizione avviene in tre modalità: tramite web (all'indirizzo https://registrodelleopposizioni.it/cittadino) accedendo con le credenziali Spid, telefono oppure con e-mail. Nel primo caso l'attivazione dell'iscrizione avviene in un giorno lavorativo, mentre perché vada a regime ne servono almeno altri 15 per consentire agli operatori obbligati a consultare periodicamente il Registro, di prendere atto del rifiuto a ricevere chiamate. Oltre all'iscrizione e al rinnovo, è possibile fare anche la cosiddetta «revoca selettiva» per cancellare l’opposizione nei confronti di specifici operatori da cui si intende ricevere chiamate promozionali. Il RPO è gestito dal Ministero dello sviluppo economico attraverso la Fondazione Ugo Bordoni (FUB), società in house, titolare di un contratto di servizio che ne sottolinea la natura di ente terzo.