TARANTO - «Il mercato settimanale del quartiere Tamburi sta morendo». È questo il grido d’allarme che lanciano i rappresentanti di diverse associazioni di categoria. In particolare, Confesercenti-Casaimpresa, Cisl Fivag Felsa, Confimprese, Unsic e Upalap chiedono un incontro all’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Taranto, Gianni Azzaro. E per irrobustire la loro richiesta ricordano un dato pubblicato dalla Gazzetta che ha evidenziato il numero dei posteggi assegnati e soprattutto di quelli vuoti nei mercati cittadini. Infatti, il “cartello” delle associazioni osserva: «Il mercato del rione Tamburi, in via Archimede, ha perso più del 50 per cento dei posti assegnati e, negli ultimi tempi, il processo di svuotamento si è ulteriormente aggravato. Gli operatori commerciali ancora presenti - si riporta da un comunicato stampa - protestano apertamente e chiedono più attenzione e un confronto con l’Amministrazione comunale. Bisogna dare risposte concrete alle imprese che, da anni, operano nel mercato dei Tamburi e assistono inermi al suo degrado».
Intanto, sempre a proposito di quest’area, il Municipio starebbe valutando alcune ipotesi per il suo trasferimento. E questo, evidentemente, anche in considerazione delle condizioni in cui operano i circa 200 commercianti che, ogni sabato, sistemano le loro bancarelle lungo via Archimede. Ed è proprio questo il punto. Quell’area, infatti, non sembra essere ormai più adeguata per rispondere, o almeno per tentare di farlo, alle esigenze degli operatori e a quelle dei consumatori. Ma questo non deve sorprendere visto che l’attuale sistemazione, fu un ripiego messo in campo dal Comune dopo la sfiorata tragedia dell’11 febbraio 2012.
Oltre 12 anni fa, infatti, un furgone con a bordo tre commercianti sprofondò in un’autentica voragine che si creò sul manto stradale di via Deledda. Poteva, quel giorno, andare decisamente peggio ma, per fortuna, i tre malcapitati rimediarono solo delle ferite lievi (e tanto spavento). Al di sotto di quella strada, è quanto fu poi verificato dalle successive indagini, insistono due gallerie dell’ex Ilva, lunghe 2mila 600 metri, che si snodano in direzione Mar Piccolo. E che furono costruite, nella seconda metà del secolo scorso, per trasportare l’acqua necessaria al raffreddamento degli impianti dello stabilimento siderurgico.
Sin qui, quello che accadde. La ricostruzione dei fatti, però, va completata ricordando che l’area che ospitava il mercato fu interdetta al pubblico e che, nel 2017, il Comune avviò i lavori di messa in sicurezza, Interventi che, pur essendo stati abbondantemente conclusi, non sarebbero stati ancora collaudati a causa di divergenze sul soggetto a cui spetterebbe questo compito. E, quindi, quell’area è ancora parzialmente off-limits.
Le ipotesi per il “trasloco”, dunque. Tra queste, anche in considerazione della diminuzione degli operatori rispetto a 12 anni fa, c’è quella di sistemare le bancarelle sullo stesso piazzale, ma dalla parte opposta rispetto al punto in cui ci fu la voragine della strada. L’altra opzione che potrebbe essere valutata, è quella di realizzare un’area mercatale non molto distante dallo stadio “Atleti azzurri d’Italia” che si trova sempre nel rione Tamburi. Infine, ma l’ipotesi non è gradita dagli operatori, il Comune riflette anche sulla possibilità di trasferire le bancarelle nei pressi dell’ex mercato di via Orsini.