«Once upon a time there was the world», la personale di Domenico Dell’Osso, in anteprima a Ginosa in attesa delle grandi tappe nazionali previste nel 2026.
L’artista definito dalla critica come il capostipite del “pop surrealism” italiano ha scelto il suo paese natale per riportare nel territorio d’origine un progetto di respiro universale, trasformando un piccolo centro in luogo di dialogo tra cultura, educazione e innovazione.
La mostra, un viaggio tra arte e cosmo, sarà fruibile fino al 18 gennaio dal lunedì alla domenica, dalle 17 alle 21, nel «Museo Arte Cultura Esperienze Vr».
Un racconto universale che parte da una polvere di meteorite per arrivare al cuore dell’uomo.
Il progetto si sviluppa intorno a 23 grandi tele, realizzate tra il 2023 e il 2024 con pigmenti mescolati a polvere di meteorite. Ventidue opere di formato 150×150 centimetri rappresentano figure che, in epoche e ambiti diversi, hanno contribuito al progresso dell’umanità. La ventitreesima, di 150×300 centimetri, conclude il percorso con un messaggio universale. Ogni opera presenta al centro la firma autografa del protagonista e, in basso, l’“omino” — alter ego dell’artista — che ne incarna l’essenza e il contributo simbolico. L’universo di sfondi galattici lega tutte le opere, creando una connessione visiva e concettuale tra scienza, arte e spiritualità. Le tracce sonore composte da Fabrice Quagliotti accompagnano ciascun dipinto in una dimensione multifonica: 23 musiche indipendenti si intrecciano nello spazio creando un paesaggio acustico in continua mutazione.
Secondo diversi esperti, si tratta di un esperimento unico nel suo genere, che coniuga composizione manuale, attivazione sensoriale e interazione collettiva senza alcun sistema digitale di sincronizzazione.
Il percorso culmina con l’opera “Once upon a time there was the world”, una tela corale in cui le firme di tutti i personaggi — da Galileo Galilei a Marie Curie, da Leonardo a Martin Luther King — si fondono in un firmamento. Sopra un pianeta simbolico, i grandi della storia convivono con le firme di uomini e donne comuni, a ricordare che ogni traccia umana ha valore. Al centro, una frase: «Once upon a time there was the world». Non un epitaffio, ma una domanda: «Vogliamo che il mondo continui, o che resti soltanto un ricordo disperso nell’universo?».
















