TARANTO - Comincerà il 30 settembre l'udienza preliminare nei confronti di Franco Andrioli, l'ex sindaco di Statte arrestato il 15 gennaio scorso dai finanzieri nel blitz «Dominio» che per la Dda di Lecce ha portato alla luce l'abbraccio tra mafia e politica nel piccolo comune alle porte di Taranto. Il pubblico ministero Milto De Nozza della Dda di Lecce ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex primo cittadino e altri 45 imputati: tra i colletti bianchi nei guai sono finiti anche gli ex assessori Ivan Orlando e Marianna Simeone, il dirigente di Amiu-Kyma Ambiente Lucio Rocco Scalera, l'imprenditore e presidente della Real Statte Antonio Marzella, il sindacalista Angelo Laneve e Giorgio Simeone, fratello dell'ex assessora. A questi si aggiungono i nomi di uomini ritenuti affiliati o vicini al clan guidato da Davide Sudoso, indicato dagli inquirenti come il capo della cosca che aveva preso il posto del gruppo di Carletto Mastrochicco e Mimmo Bello, smantellato dal blitz «Feudo»: tra i membri anche Giulio Modeo, figlio del boss Antonio Modeo, detto “il Messicano”, e ritenuto l'uomo che insieme a Sudoso avrebbero raccolto voti per la campagna elettorale delle amministrative 2021 in favore di Andrioli.
Sarà il giudice Valeria Fedele a celebrare l'udienza preliminare e a decidere sulle richieste dell'accusa e sugli eventuali riti alternativi che potrebbero essere scelti dagli imputati.
Le indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, guidati all'epoca dal colonnello Valerio Bovenga, hanno portato alla luce le modalità con le quali, secondo l'accusa, alcuni candidati, in particolare proprio Andrioli, Simeone e Orlando, avrebbero chiesto e ottenuto il sostegno dal gruppo...