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Ex Ilva Taranto, un incidente ferma l’Afo 4 per un'intera giornata

 
Maristella Massari

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Maristella Massari

Ex Ilva a Taranto, un incidente ferma l’Afo 4 per una giornata intera

Lo stop forzato dell’unico altoforno in attività interrompe (per 24 ore) la produzione

Martedì 14 Maggio 2024, 07:00

tarantoDopo l’incendio del 10 maggio scorso, la rottura. Nuovo incidente all’alba di ieri al nastro trasportatore che collega la zona del porto al siderurgico. Anche stavolta, per fortuna, non ci sono conseguenze per le persone che lavorano all’impianto. Solo che l’inconveniente, un taglio al nastro, ha provocato lo stop forzato anche dell’Altoforno 4, l’unico al momento in marcia (anche se ridotta all’80 per cento circa delle sue capacità), e ha determinato la fermata della produzione per almeno 24 ore.

L’interruzione improvvisa di Afo 4 ha preoccupato i sindacati. La Fim Cisl ieri ha chiesto un incontro urgente al management di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria «per comprendere le cause che hanno provocato il disservizio e le contromisure adottate». L’azienda ha rassicurato le rappresentanze sindacali che la fermata dovrebbe interessare l’impianto solo per 24 ore e di aver immediatamente attivato le squadre di manutenzione.

Ma i problemi tecnici non sono gli unici grattacapo del momento per i commissari straordinari di AdI. Ieri mattina Aigi, associazione che riunisce l’80 per cento delle imprese dell’indotto ex Ilva, ha riunito in assemblea i suoi associati. Il momento è drammatico. «Nonostante le misure adottate dal Governo nessuna delle misure previste dal cosiddetto decreto “salva indotto” risulta, al momento, attuabile - spiega il presidente di Aigi, Fabio Greco -. Un drammatico ritorno agli eventi del 2015».

Nel decreto “salva indotto” il Governo ha previsto misure finalizzate al recupero dei crediti pregressi vantati dalle imprese dell’appalto ex Ilva. Crediti che per le aziende rappresentate da Aigi superano i 120 milioni di euro. Ma la situazione è di completa paralisi. «Sace ha stanziato 120 milioni di euro per il monte crediti pregressi ma - spiegano da Aigi -, senza la certificazione dei crediti che avverrà solo dopo l’insinuazione al passivo, la linea factoring della finanziaria controllata dal Mimit non darà attuazione alla misura prevista».

«Stessa situazione di stand by con Mediocredito Centrale - viene detto ancora - che ha offerto disponibilità a dare applicazione alla linea di prestito agevolato prevista dall’articolo 3 del decreto. Ad oggi, però, nonostante i contatti già avvenuti con alcune aziende, non si registrano ancora atti concreti. Situazione di stallo totale anche sul fronte della interlocuzione con Banca Ifis cui alcune aziende hanno ceduto in toto o in parte i propri crediti. Le richieste di incontro più volte inviate - aggiunge Greco -, non hanno sinora avuto risposta. Un blocco che mette in seria difficoltà tutte le aziende dell’indotto e che non offre speranze per il futuro. Futuro di cui ha parlato a più riprese il Governo per voce del Ministro Urso, ma non può esserci futuro se non saranno prima ristorate le aziende strategiche che mandano avanti da anni il siderurgico 24 ore su 24».

«L’indotto di Aigi ha riposto massima fiducia nel lavoro dei commissari offrendo loro massima disponibilità per la salvaguardia delle aziende e per garantire la continuità produttiva. Una produzione che sta partendo in maniera molto lenta e che dovrebbe essere compensata dalla cassa integrazione che non è ancora partita. L’accordo quadro definito nel decreto legge non è stato tuttora firmato. Aigi - aggiunge Greco - riconosce la massima attenzione sulla vicenda da parte del Governo e dei commissari ma non può non rimarcare come ad oggi non sia cambiato assolutamente nulla dal 9 gennaio scorso quando Banca Ifis ha bloccato la cessione dei crediti AdI mandando sul lastrico la quasi totalità delle aziende. Aziende che non saranno ritenute finanziariamente congrue una volta che avranno stilato i propri bilanci per l’insinuazione al passivo. Ecco perché si potrà continuare a parlare di futuro solo quando sarà centrato l’obiettivo del recupero dei crediti pregressi».

Per rendersi conto di quanto la situazione sia reale e drammatica allo stesso tempo basta volgere lo sguardo sulla situazione che si registra non solo per quel che attiene lo stabilimento siderurgico, ma anche la navalmeccanica, i trasporti, la logistica, il commercio e tutti comparti vitali della città.

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