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Un'«ingegnera» a capo dello stabilimento di Grottaglie: ora Leonardo è donna

Un'«ingegnera» a capo dello stabilimento di Grottaglie: ora Leonardo è donna

 
maristella massari

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maristella massari

 E ora Leonardo è donna

Donna, salentina, giovane e laureata in una università pugliese: Manuela Marangio al timone di uno dei punti di forza della Divisione Aerostrutture del colosso internazionale

Venerdì 03 Maggio 2024, 13:27

15:57

Donna, salentina, giovane e laureata in una università pugliese. Leonardo Spa sovverte il paradigma canonico del capo di uno stabilimento industriale. Al timone del complesso di Grottaglie, uno dei punti di forza della Divisione Aerostrutture del colosso internazionale attivo nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, dall’inizio del 2024, c’è Manuela Marangio, 43 anni, ingegnere meccanico e mamma di una bimba di 5 anni.

Marangio ha messo piede per la prima volta nel 2006, appena qualche mese dopo la laurea presso l’Università del Salento, nel sito produttivo di Grottaglie dell’allora Alenia Aeronautica, società del gruppo Finmeccanica, oggi Leonardo. Viene selezionata dall’azienda e inserita in un gruppo di ingegneri «HP», ovvero ad alto potenziale. Si occupa per alcuni anni di gestione della configurazione acquisendo competenze e responsabilità nell’ambito dell’ingegneria di produzione.

Nel 2016 viene nominata responsabile dei servizi tecnici e nel 2024 assume la responsabilità dell’intero stabilimento tarantino dove si realizzano le due sezioni di fusoliera del Boeing 787 Dreamliner e che negli ultimi anni è stato selezionato per la produzione di componenti in fibra di carbonio per altri programmi aeronautici in ambito civile e militare.

È la prima donna ad occupare un posto così prestigioso e coordina il lavoro di poso più di 1.300 dipendenti.

Ingegner Marangio, il posto che lei occupa oggi è certamente di prestigio, ma immagino anche di enorme responsabilità. Come si arriva a dirigere uno dei più grandi stabilimenti industriali del Gruppo Leonardo?

«Partiamo dalle origini. Sono una pugliese doc. Nata in un paesino in provincia di Brindisi, San Pietro Vernotico e laureata a Lecce. Nel 2006, innamorata come ero dell’ingegneria meccanica, ho iniziato un periodo di ricerca collaborando con alcune aziende e istituzioni del territorio. E mi sono imbattuta in un annuncio che pubblicizzava l’apertura di un nuovo sito produttivo dell’allora Alenia Aeronautica a Grottaglie in provincia di Taranto. Mi sono candidata e sono stata scelta per supportare le operazioni di avvio dello stabilimento. Da lì non sono più tornata indietro e oggi eccomi qui».

Lei, per Leonardo, lasciò la ricerca universitaria che pure l’appassionava, e racconta di essersi innamorata, parole sue, di questo stabilimento. Ha sempre dopo 18 anni quella scintilla del primo giorno?

«Decisamente si. Quando arrivai qui per la prima volta toccai con mano l’eccellenza della tecnologia che avevo solo visto sui libri. Lo stabilimento non era ancora completato, ma già si poteva respirare il futuro. Era e resta un impianto industriale avveniristico nel suo genere e, soprattutto all’inizio, segnò un cambio di passo nella produzione di strutture aeronautiche per velivoli civili».

Insomma, fu amore a prima vista...

«Era la rappresentazione pratica dei miei studi. Decisi subito di accettare e mi ritrovai catapultata nel mondo dell’industria aeronautica globale. Avremmo dovuto produrre due tronconi della fusoliera del Boeing 787 Dreamliner, l’aereo dei sogni appunto. Così è iniziato il mio viaggio in azienda 18 anni fa: un corso di formazione in aula con altri trenta baldi giovani pugliesi, il gruppo degli “high potential”. Oggi dopo 18 anni siamo ancora tutti qui e siamo legatissimi».

C’è qualcuno a cui vuole dire grazie?

«Sicuramente alla mia famiglia per avermi sostenuta nella scelta di studiare in una facoltà Stem. Sono la prima laureata della mia famiglia e ho affrontato tutto con grande tenacia e passione. L’ingegneria meccanica è la mia vita. Qui poi ho avuto la fortuna di avere colleghi e capi “senior” da cui imparare in poco tempo tutto quello che serviva ad affrontare la sfida che era all’orizzonte: produrre le prime sezioni di fusoliera di un aereo che avrebbe rivoluzionato l’industria aeronautica civile. E di questo gliene sono grata».

Se le chiedo una immagine simbolo dei suoi 18 anni in Leonardo che mi risponde?

«Il ricordo più vivo e indelebile è quello di marzo 2007. Eravamo tutti lì in prossimità della pista volo dello stabilimento di Grottaglie per vedere l’atterraggio del primo Boeing 747 cargo che veniva dagli Stati Uniti appositamente per caricare e trasportare le due componenti che avevamo appena prodotto. È stato un po’ come assistere alla nascita di un bimbo. E poi a settembre 2012 la consegna della fusoliera numero 100, la numero 500 nel 2016 e noi sempre lì a dare il massimo per onorare le sfide ingegneristiche e produttive che un programma come il Boeing 787 richiede».

Lei è partita dal basso, ha fatto tutta la gavetta e oggi qui è il capo. Che effetto le fa?

«Ancora non ci credo! Le racconto un aneddoto. Il giorno dell’assunzione ci avevano detto che tra noi, nuovi assunti, ci sarebbe stato il prossimo responsabile dello stabilimento ma non avrei immaginato che un giorno il capo sarei stata proprio io, anche se, lo ammetto, ci ho sempre creduto e mi sono impegnata al massimo per diventarlo».

Nelle sue parole leggo un fortissimo attaccamento alla “maglia” di Leonardo. Ed è la prima volta di una donna in questo ruolo negli stabilimenti del Gruppo. Sente il peso di questa responsabilità?

«Sì è la prima volta. Ma le quote rosa in Leonardo sono in forte crescita, perché da anni sono una priorità per l’azienda. Con i colleghi siamo una squadra. Siamo un team giovane e nonostante il peso delle responsabilità che ogni giorno bisogna assumersi, lavoriamo con serenità per superare tutte le sfide che abbiamo di fronte. Dalla mia oggi ho la consapevolezza di avere un gruppo eccellente che mi aiuterà a tenere dritto il timone in ogni circostanza».

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