Giovedì 23 Ottobre 2025 | 14:23

Taranto, i dissidenti provano a far cadere Melucci: «Firme entro stasera per tornare alle urne»

Taranto, i dissidenti provano a far cadere Melucci: «Firme entro stasera per tornare alle urne»

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Taranto, i dissidenti provano a far cadere Melucci: «Firme entro stasera per tornare alle urne»

«Chi non si presenta dal notaio bluffa»: gli ex alleati del primo cittadino vogliono dare seguito alle formalità burocratiche

Lunedì 19 Febbraio 2024, 09:25

15:24

TARANTO - «Chi non si presenta dal notaio bluffa». Lucio Lonoce, consigliere comunale Pd di Taranto passato all’opposizione del sindaco Rinaldo Melucci lo ripete più voce. «Chi non si presenta dal notaio bluffa». Un monito, forse un mantra ripetuto con un tono di voce sempre più alto. Accanto a lui gli ex alleati del primo cittadino hanno preso la parola a turno, ma il messaggio è sostanzialmente lo stesso: depositare le firme da un notaio entro oggi 19 febbraio per dare seguito alle formalità burocratiche e far cadere l’amministrazione entro la giornata di domani, 20 febbraio: solo così si potrà andare al voto a giugno ed evitare un lungo commissariamento.

Lo spauracchio di una paralisi amministrativa, dicono gli Pd, Con, Una strada diversa, Psi e Verdi, sarebbe una disgrazia visto il momento particolarmente delicato vissuto dalla città che arranca per essere pronta ai Giochi del Mediterraneo 2026 e continua la sua eterna battaglia tra salute e lavoro sull’ex Ilva. D’altronde, il centro sinistra che ha sostenuto Melucci alle amministrative 2021 portandolo al 65 per cento, è cosciente che se si andasse a votare presto, potrebbe ancora contare su una compattezza in grado di tenere testa all’onda lunga delle destre che dopo le politiche potrebbe fare il colpaccio anche nel capoluogo ionico da cui sono stati destituiti nel lontano 2006, anno del dissesto finanziario...

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DIMESSI GIA' IN NOVE

Questa mattina nove consiglieri comunali di Taranto si sono recati allo studio del notaio Monti per firmare le proprie dimissioni con l’obiettivo di far cadere l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Rinaldo Melucci. Ne servono 17 per determinare lo scioglimento anticipato del consiglio comunale, così come accadde alla fine del 2021. Melucci è stato poi rieletto nel giugno di due anni fa, sostenuto da una coalizione di centrosinistra che ora chiede di tornare alle urne.

Hanno già firmato le dimissioni Piero Bitetti e Stefania Fornaro (Con), Lucio Lonoce e Vincenzo Di Gregorio (Partito Democratico), Luca Contrario (Una strada diversa), Antonio Lenti (Verdi), Mario Odone (Movimento 5 stelle), Gianni Liviano (Demos), Massimiliano Di Cuia (Forza Italia). Quest’ultimo al momento è l’unico esponente dell’opposizione ad essersi dimesso.
Ora si attendono le mosse di altri otto consiglieri di minoranza, che pure avevano firmato una mozione di sfiducia in consiglio comunale, non discussa per mancanza del numero legale, nei confronti di Melucci. Si tratta di Walter Musillo, Francesco Cosa e Mimmo Festinante di Svolta liberale, Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano di Fratelli d’Italia, Francesco Battista della Lega, Luigi Abbate del movimento Taranto senza Ilva e Massimo Battista della lista Una città per cambiare Taranto.
Se dovessero essere depositate entro domani le dimissioni di 17 consiglieri, i tarantini potrebbero tornare al voto già nel prossimo giugno. Le fibrillazioni nel campo progressista erano sorte in seguito alla decisione di Melucci di allargare alla maggioranza a Italia Viva, partito al quale egli stesso aveva aderito dopo aver abbandonato il Partito democratico per poi sospendersi dopo pochi giorni.

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