TARANTO - «Mi chiede se ho paura di andare a casa? No, guardi, io un lavoro ce l’ho». Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto, il giorno dopo il varo della sua nuova giunta, ostenta sicurezza. Lo scenario in cui il primo cittadino rilascia queste poche dichiarazioni sulla situazione politica in Municipio è l’area antistante la portineria C dell’ex Ilva di fronte a diversi tir fermi. Il capo dell’Amministrazione comunale è lì per esprimere la sua solidarietà alle aziende dell’indotto del Siderurgico preoccupate, per usare un eufemismo, per il proprio futuro. È sempre Melucci con un tono un po’ sferzante ad affermare, rivolgendosi agli ormai ex alleati, che «alla gente, all’operaio di Paolo VI, alla massaia del rione Tamburi, alla studentessa di Lama, non interessano questi dibattiti che si sviluppano intorno a delle postazioni. Pensiamo piuttosto – insiste – a far ripartire la macchina amministrativa che, a dire il vero, non si è mai fermata neppure in queste settimane». Il sindaco sintetizza così l’operazione politica che ha appena condotto: «Abbiamo dato vita ad una maggioranza consiliare in cui non ci sono i partiti. Se poi quelli che fanno riferimento al centrosinistra lo vorranno, ci sono due assessorati non ancora assegnati in cui, ripeto se lo vorranno, potranno dare il loro contributo». E, infine, quando gli si chiede di Italia viva, Melucci scuote il capo e liquida così l’argomento: «Sono solo un amministratore, lasciatemelo fare. Ci sono diversi progetti che riguardano Taranto che vanno portati a termine»...
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