L’utilizzo dei fondi Ue e la riqualificazione delle aree intorno all’ex Ilva di Taranto: sono questi i principali argomenti che saranno affrontati nel corso degli incontri della commissaria Ue per la politica regionale, Elisa Ferreira, nella settimana che inizia oggi in Italia. La missione di Ferreira prenderà il via mercoledì 4 da Pompei dove, oltre a visitare gli scavi e le opere compiute anche grazie ai fondi europei, la commissaria incontrerà il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Il giorno seguente la commissaria sarà a Palermo per visitare l’Ismett, la Cappella Palatina e il passante ferroviario Politeama. Nel capoluogo siciliano Ferreira incontrerà tra gli altri il presidente della regione Renato Schifani. L’ultima tappa della sua missione italiana, quella forse più importante e attesa, sarà a Taranto, dove per venerdì 6 ottobre sono previsti incontri con il sindaco Rinaldo Melucci e con il presidente della regione Michele Emiliano. La commissaria avrà anche un confronto con la cittadinanza delle aree limitrofe allo stabilimento ex Ilva per discutere dell’utilizzo delle risorse - circa 800 milioni di euro - messe a disposizione dall’Ue con il programma Just transition fund per interventi di riqualificazione del territorio.
Il dossier Ilva, intanto, infiamma il dibattito politico. «È una vicenda che implica un negoziato, una trattativa serrata col socio indiano a cui sono stati chiesti precisi impegni. Se lo Stato si impegna anche il socio privato si deve impegnare. All’esito di questo chiarimento definitivo lo Stato prenderà le sue decisioni» dice il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti mentre secondo l’ex ministro Pd Andrea Orlando «a Taranto si prepara un mega cadeaux a una multinazionale indiana senza garanzie sul rilancio e sul risanamento di Ilva. I sovranisti collaborano con chi sta depredando il nostro Paese. Evitiamo, e lo dico a tutti, che polemiche trascurabili oscurino questo dato di fatto».
Stamattina a Genova ci sarà un’assemblea con tutti i lavoratori di Acciaierie d’Italia e Ilva in Amministrazione Straordinaria. «Il periodo più buio della storia della siderurgia del più grosso impianto produttivo italiano rischia di giungere al capolinea. Oggi, più che mai - dice la Fim Cisl - le preoccupazioni sono al limite, soprattutto dopo l’ultimo incontro col governo che non ha assolutamente rassicurato i rappresentanti dei lavoratori. Non solo per il destino dei 965 occupati in Acciaierie d’Italia a Cornigliano ma anche per gli oltre 200 lavoratori di Ilva in AS ancora in attesa di una proposta di assunzione come scritto dall’accordo del 2018 che ormai si sentono abbandonati ad altri destini ancora da definire».
«Nessuno si occupa dell’Ilva di Taranto, la cui crisi è giunta al culmine. Abbiamo una cassa integrazione che riguarda migliaia di lavoratori, la produzione è pressoché ferma e non c'è un’idea sul futuro dell’acciaieria. E, quel che è peggio, il governo è in stato confusionale» dice la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia viva. «Non c'è più tempo da perdere: è indispensabile chiedere conto a Ancelor-Mittal delle sue intenzioni sul futuro dell’Ilva. In mancanza di garanzie da parte del socio privato - aggiunge Paita - servirebbe un governo in grado di prendere in mano la situazione e assumere decisioni nette sull'impianto. Ma il ministro Urso non sembra affatto avere le idee chiare, su questo come su altri importanti dossier di politica industriale».
Nei giorni scorsi dure accuse al governo e in particolare al ministro Alfredo Urso erano arrivate dal sindaco di Taranto Rinaldo Melucci al quale replicano i deputati Dario Iaia e Giovanni Maiorano e la senatrice Maria Nocco di Fratelli d’Italia-
«Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ogni volta che è in difficoltà politica e di consenso (oramai avviene ogni giorno) attacca violentemente il Governo Meloni sul tema acciaieria per distogliere l’attenzione su tutti i suoi fallimenti. Melucci dimentica che lo stato dell’acciaieria tarantina è stato determinato proprio dal malgoverno del suo partito, il PD, che negli ultimi dieci anni ha gestito in maniera disastrosa la vertenza “ex Ilva” sia a livello nazionale che regionale e locale. Ricordiamo perfettamente il suo atteggiamento schizofrenico e quello del Presidente Emiliano nei confronti dello stabilimento, i quali, a secondo del momento e delle convenienze, si atteggiano a filo industriali o pseudo ambientalisti».