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Taranto, iniziato lo sciopero dei lavoratori ex Ilva: «Situazione di abbandono e pericoloso declino»

 
Redazione online (foto Todaro)

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Redazione online (foto Todaro)

Taranto, l'ex Ilva allo Stato? Per gli ambientalisti non è la soluzione

Le risposte ottenute dal vertice di ieri a Palazzo Chigi sono definite insoddisfacenti dalle organizzazioni sindacali. Sono in corso anche presidi sulle strade che conducono alle portinerie

Giovedì 28 Settembre 2023, 09:35

17:41

TARANTO - È iniziato alle 7 di questa mattina lo sciopero di 24 ore dei lavoratori dello stabilimento Acciaierie d’Italia di Taranto, di Ilva in As e dell’appalto indetto dai sindacati metalmeccanici e da altre categorie per richiamare l’attenzione sulla situazione delle fabbrica definita in «una fase di abbandono e pericoloso declino» e che rischia «una irreversibile condizione di spegnimento». Le risposte ottenute dal vertice di ieri a Palazzo Chigi sono definite insoddisfacenti dalle organizzazioni sindacali. Sono in corso anche presidi sulle strade che conducono alle portinerie.

Ed oggi è il giorno dell’evento 'Steel Commitment 2023', incontro commerciale con i clienti organizzato da Acciaierie d’Italia nello stabilimento di Taranto. Secondo le organizzazioni sindacali l’azienda intende presentare una «realtà distorta».

Nell’incontro di ieri, avvertono i sindacati, «non abbiamo ricevuto nessuna 'chiara' risposta su come il governo intenda risolvere questa annosa vertenza. Restiamo stupiti ed esterrefatti dall’aver appreso dal governo dell’interlocuzione in atto con ArcelorMittal per raggiungere un nuovo accordo, dopo quello di marzo 2020 a noi a tutt'oggi sconosciuto, che nella sua realizzazione sta mantenendo come filo di continuità con i Governi precedenti l’esclusione dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali». 

Qui le prime dichiarazioni del segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto Brindisi Biagio Prisciano

FIOM: PRESTO NUOVE MOBILITAZIONI

«Vogliamo certezze sul piano industriale, ambientale e occupazionale. Con l’attuale gestione abbiamo solo maggiori rischi per la salute e per la sicurezza perché i lavoratori sono in cassa integrazione e non si fanno le manutenzioni. Ci sarà presto un coordinamento nazionale di Fim, Fiom e Uilm con i delegati di tutti gli stabilimenti in cui discuteremo nuove mobilitazioni perché non ci fermeremo».
Così Francesco Brigati, segretario generale Fiom Cgil di Taranto, a margine dello sciopero di 24 ore dei lavoratori di Acciaierie d’Italia, di Ilva in As e dell’indotto.
Mentre all’interno dell’ex Ilva si svolge lo 'Steel Commitment 2023 - Primary', terzo incontro del roadshow commerciale dell’azienda con 450 partecipanti, di cui 300 clienti, all’esterno sono in corso presidi dei manifestanti davanti alle portinerie. «La soluzione - aggiunge Brigati - non è quella di dare ulteriori risorse pubbliche a chi ha già dimostrato di non esser riuscita a mettere in atto il piano ambientale e ha ridotto la produzione ai minimi storici. Se è un sito di interesse strategico il Governo lo dimostri con i fatti».

PD TARANTO: GOVERNO ASCOLTA E BASTA, È INAMMISSIBILE

«Il Governo si è limitato ad ascoltare le organizzazioni sindacali, quasi come se si fosse insediato da pochi giorni. Inammissibile che ancora si sia fermi al palo, ancora nella fase dell’ascolto, ed è inammissibile che non si dia seguito agli impegni assunti circa un percorso che porti alla gestione prevalentemente pubblica, opzione che oggi sembra svanire». Lo afferma la segretaria provinciale del Pd di Taranto Anna Filippetti nel giorno dello sciopero di 24 ore, indetto dai sindacati, in atto nello stabilimento Acciaierie d’Italia di Taranto e all’indomani del vertice sul Siderurgico a Palazzo Chigi.

«Il governo - aggiunge - ha chiaramente dimostrato quali sono i progetti per lo sviluppo del territorio tarantino con i due decreti legge con i quali ha stanziato 680 milioni, ha ripristinato lo scudo penale estendendolo agli interventi di decarbonizzazione, ha garantito che l’azienda potesse essere ceduta in amministrazione straordinaria anche con gli impianti sotto sequestro, ha consentito la continuità della produzione anche con la conferma eventuale della confisca degli impianti, ha limitato il sacrosanto diritto di un sindaco, Rinaldo Melucci, a tutelare la salute dei suoi concittadini».
La segretaria del Pd di Taranto contesta la decisione di riporre «nuovamente fiducia in un privato che ha prodotto nuova cassa integrazione, forti ritardi nel pagamento dell’appalto, e incertezze per tutti i lavoratori legati in maniera diretta e non a questa gestione, per non parlare del progetto di decarbonizzazione, ormai arenatosi. Il Partito Democratico di Taranto - conclude - non può che essere al fianco dei lavoratori e delle organizzazioni che ne rappresentano le istanze, e sostiene le iniziative di mobilitazione».

FONTI AZIENDA: «ADESIONI ALLO SCIOPERO TRA IL 10 E IL 20%»

Nei primi due turni dello sciopero di 24 ore indetto dai sindacati nello stabilimento Acciaierie d’Italia a Taranto, in concomitanza con l’evento Steel Commitment, secondo fonti aziendali l’adesione sarebbe stata tra il 10 e il 20%. Sono ancora in corso presidi dei lavoratori nei pressi delle portinerie.

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