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Donna morta dopo il parto a Taranto, l’autopsia non scioglie i dubbi

 
Maristella Massari

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Maristella Massari

ospedale Santissima annunziata taranto

L’esito degli esami si conoscerà nei prossimi giorni; tredici i medici indagati

Sabato 03 Settembre 2022, 12:58

TARANTO - Si conosceranno solo nei prossimi giorni i risultati dell’autopsia effettuata sulla giovane mamma 28enne che lo scorso 29 agosto ha perso la vita in ospedale dopo aver dato alla luce una bimba.

Ieri il pubblico ministero Antonio Natale ha conferito l’incarico ai professori Biagio Solarino e Pantaleo Greco. In mattinata l’esame è stato effettuato presso l’ospedale SS. Annunziata. L’obiettivo della Procura è quello di accertare le cause della morte della giovane e capire se le condotte sanitarie dei 13 tra medici e personale sanitario indagati, siano state rispettose delle migliori pratiche in ginecologia e ostetricia. E se - ancora -, siano ravvisabili condotte colpose dei sanitari che hanno avuto in cura la sfortunata mamma e che l’hanno operata.

Ai consulenti è stata consegnata la cartella clinica della donna e la documentazione clinica acquisita al pronto soccorso del SS. Annunziata. Ma, al termine dell’esame autoptico, vista la complessità dei quesiti e la impossibilità di procedere al compimento degli accertamenti richiesti, i consulenti tecnici della procura hanno chiesto 60 giorni di tempo per produrre la loro relazione in merito all’accaduto.

La donna, il 29 agosto scorso, aveva salutato i familiari nel breve tragitto tra la sala parto e la sistemazione nel reparto: c’era stata qualche complicazione durante la nascita della sua bambina, ma in quel momento tutto andava bene. La neonata pesa poco più di 2 chili e 500grammi ed era in buone condizioni di salute. Alle 21 del 29 agosto, insomma, il peggio sembrava ormai alle spalle. Poi tutto è precipitato e ai familiari è giunta solo la drammatica notizia: «È morta».

La donna era alla 40esima settimana di gestazione della sua prima gravidanza: il 27 mattina si era recata in ospedale, ma per i medici non era ancora il momento di partorire e così è stata rimandata a casa. Nella serata di sabato, però, la 28enne ha avvertito delle perdite che le hanno fatto pensare alla rottura delle acque. È tornata in ospedale e questa volta è stata ricoverata. Il personale del reparto di ginecologia e ostetricia ha accertato che si trattava solo della rottura di alcune membrane, ma da quel momento è iniziato il travaglio. I medici hanno provato a indurre il parto, ma qualcosa sembrava non andare nel verso giusto. Dopo due giorni è stata lei stessa a chiedere di non proseguire con l’induzione al parto e quindi di procedere con il taglio cesareo. Dopo l’intervento, il personale ha effettuato le analisi che hanno rivelato una riduzione dell’emoglobina: la donna insomma aveva perso una quantità di sangue che, secondo i medici, era in quel momento compatibile con l’intervento chirurgico.

Poco tempo dopo, però, quando è stato effettuato un ulteriore controllo, i medici si sono accorti che era in corso una emorragia. Il personale sanitario, secondo quanto ha riferito l’Asl in una nota, immediatamente dopo la tragedia ha «subito attivato tutte le procedure necessarie, ma la giovane è andata in arresto cardiaco: è stata posta in atto - scrive l’azienda sanitaria - ogni procedura prevista dal protocollo ed è stato eseguito un intervento chirurgico d’emergenza ma, purtroppo, per la donna non c’è stato nulla da fare».

La Procura, così, aveva aperto un’inchiesta per omicidio colposo. I familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Leonardantonio Cassano, avevano depositato una querela ricostruendo i fatti. Il sostituto procuratore Antonio Natale aveva subito disposto l’autopsia sul corpo della 28enne per valutare se l’emorragia che ha colpito la donna è stato un evento imprevisto e imprevedibile e se le cure prestate dal personale in servizio in quel momento e nei momenti precedenti sono state corrette. I carabinieri della Compagnia di Taranto la mattina dopo il tragico evento avevano sequestrato i documenti clinici.
Parallelamente anche l’Asl ha avviato una inchiesta interna: sarà il medico legale Marcello Chironi a ricostruire la successione degli eventi per redigere poi una relazione da inviare al ministero della Salute. Nella nota inviata alla stampa la Direzione dell’Asl ionica, il primario e il personale del reparto hanno espresso «il proprio cordoglio per la perdita di questa giovane donna, nel giorno che avrebbe dovuto essere uno dei più gioiosi della sua vita. Alla sua famiglia e ai suoi cari vanno le più sentite condoglianze».

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