TARANTO - L’ultimo caso ha riguardato un novantenne lasciato 27 ore al Pronto Soccorso dell’ospedale «Santissima Annunziata» di Taranto prima del ricovero nel reparto di competenza. L’episodio risale al marzo scorso: l’anziano aveva chiamato il 118 per un’infezione e gli era stato assegnato un codice azzurro. Un’attesa interminabile senza aver avuto peraltro, come denunciato dalla figlia, la possibilità di toccare cibo. Le criticità dovute all’ingolfamento dei reparti di emergenza-urgenza riguardano ormai gli ospedali di tutte le grandi città e sono legate in primo luogo alla carenza di medici. «Ma - attacca il consigliere regionale Renato Perrini (Fratelli d’Italia) - non c’è più tempo da perdere. Qualcuno vuole attendere che accada l’irreparabile? Il presidente della Regione Michele Emiliano deve prendere subito dei provvedimenti, anche di carattere straordinario, e rispondere al bisogno di salute della gente». Secondo il consigliere «la situazione sta esplodendo. Ci sono problematiche serie da mesi e adesso che sta aumentando il flusso turistico dopo la pandemia non so dove andremo a finire. Sappiamo che mancano i medici, ma non da ieri. Qui è mancata la programmazione e ci sono delle responsabilità precise. Ci sono anche le società interinali che possono assumere i medici».
Perrini chiede a «Emiliano di concentrarsi per risolvere le problematiche e di non attendere l’emergenza. Quel poco personale disponibile non può reggere più questi ritmi e viene anche preso di mira dal paziente che arriva in ospedale ed è costretto a sostare ore prima di essere visitato».
Perrini evidenzia come siano 4 i Pronto Soccorso nella provincia ionica. Oltre all’hub di Taranto «ce ne sono tre - aggiunge - di frontiera. A Martina Franca si recano anche da Cisternino, Locorotondo, Alberobello; Manduria riceve anche l’utenza dal Brindisino e Castellaneta dal Materano. Chiudere il Pronto Soccorso dell’ospedale Moscati a Taranto è stato un grave errore, ha portato a un disastro e chi subisce le conseguenze è il Pronto Soccorso del Santissima Annunziata».
Contattato dalla Gazzetta, il direttore sanitario dell’Asl di Taranto, Sante Minerba, ha spiegato che «la situazione di sofferenza dei Pronto Soccorso ha carattere nazionale ed è determinata da una carenza di medici. Nell’ultimo anno sono state comunque aumentate le borse di specializzazione. Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Taranto in questi cinque mesi ha registrato circa 20mila accessi con diverse priorità, dai codici rossi di emergenza a quelli non urgenti o con urgenze minori».
Come state reagendo alle difficoltà? «La prima risposta - osserva Minerba - dovrebbe arrivare dai concorsi, ma purtroppo in questo momento vanno deserti perchè manca anche una gratificazione economica adeguata. L’ultimo l’abbiamo concluso un paio di mesi fa e, a fronte di poche domande pervenute, siamo riusciti ad assumere solamente un medico. Per alcune tipologie di interventi abbiamo cercato di snellire le prestazioni direttamente presso i reparti con il cosiddetto fast track, un modello organizzativo di triage che nasce per fornire una risposta assistenziale alle urgenze minori, senza che il paziente affronti una lunga trafila. Vale per l’ortopedia ma anche per la ginecologia». Per contenere i disagi, l’Asl di Taranto inoltre prevede «la presenza di specialisti della Neurologia e della Cardiologia - rivela il direttore sanitario - nei locali del Pronto Soccorso in maniera da velocizzare la consulenza. Stiamo potenziando il Punto di primo intervento dell’ospedale Moscati, ma quello che chiediamo all’utenza è di ricorrere al pronto soccorso solo in caso di reale necessità. Altrimenti si intasa un servizio che deve essere inteso come emergenza-urgenza».