TARANTO - Le lettere ai dipendenti che confermano la sospensione dal lavoro sono già partite. Domani è il giorno in cui inizia ufficialmente la procedura attivata da Acciaierie d’Italia di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione per la durata di 12 mesi (per 3mila addetti in tutti i siti del gruppo, di cui 2500 a Taranto) ed è anche l’ultima data utile per definire un accordo sindacale. In caso contrario, l’azienda agirà unilateralmente. In realtà lo sta già facendo. Per domani mattina è fissato l’incontro al Ministero del Lavoro, in prosecuzione di quello infruttuoso di venerdì scorso, per l’esame congiunto della richiesta dell’ammortizzatore sociale. Dalle ore 10 alle 14, in concomitanza con il vertice romano, la Uilm e l’Usb hanno promosso nello stabilimento di Taranto un presidio davanti alla direzione e uno sciopero dei lavoratori sociali, dell’Ilva in As (circa 1600 in cassa integrazione straordinaria dall’1 novembre 2018 e senza prospettiva) e dell’appalto. «Basta chiacchiere», tuonano le Rappresentanze sindacali unitarie.
La società pubblico-privata formata da ArcelorMittal e Invitalia durante l’ultima riunione aveva fatto trapelare la disponibilità a trattare sulla gestione della «cassa» (abbassando la soglia a 2800 addetti), ma le parti sono ancora distanti. E la fase di incertezza e di tensione finisce col dividere anche i sindacati.
«Siamo sempre più convinti – precisano le Rsu Uilm - di esercitare una netta opposizione a un piano fantomatico di investimenti fatto di promesse, puntualmente disattese, da parte di una società», che porta «il presagio di migliaia di esuberi strutturali legati alla inesistente messa in sicurezza degli impianti e mancata salvaguardia dell’ambiente circostante». L’Usb rilancia la proposta di «un accordo di programma e legge speciale per Taranto a tutela dei lavoratori tutti e della comunità. Il Governo apra una discussione vera. Non ci fidiamo - sottolinea l'Unione sindacale di base - delle rassicurazioni di una società che continua a ribadire solo a parole che non ci saranno esuberi».
La Fiom Cgil ha evidenziato «la necessità di ridurre il numero dei lavoratori da collocare in cassa integrazione, di avviare una verifica stringente in sede ministeriale in merito agli andamenti produttivi e alla trasparenza della gestione aziendale, oltre al riconoscimento di un’integrazione salariale aggiuntiva ai massimali di cassa integrazione straordinaria. Fatto salvo il principio di esuberi-zero, proveremo in fase di trattativa a migliorare le condizioni economiche dei lavoratori e, in assenza di queste garanzie, non esiteremo unitamente ad altre organizzazioni sindacali a mettere in campo iniziative di lotta».
Quello di domani, osservano invece il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia, e il responsabile nazionale Siderurgia Valerio D’Alò, «è un incontro un incontro importantissimo e decisivo per il quale chiediamo ad Acciaierie d’Italia di presentarsi con nuove disponibilità che possano portare a costruire un’intesa sindacale. Gli obiettivi devono essere concreti e utili ai lavoratori del siderurgico: a un aumento della produzione prevista – insistono - deve corrispondere una diminuzione del numero di cassintegrati e un minor sacrificio di reddito per gli stessi». I vertici della Fim chiederanno al Ministro del Lavoro Andrea Orlando «il massimo impegno politico per realizzare questo risultato che permetta di tutelare il lavoro e dare una spinta al rilancio di ogni sito produttivo. A chi chiede ancora oggi - aggiungono riferendosi, in particolare a Uilm e Usb - il ritiro della cassa integrazione osserviamo che Taranto lavora oggi al 50% del potenziale produttivo e occupazionale». Il 2022 deve «essere – sostengono infine Benaglia e D’Alò - un anno di transizione e che porti sulla base del futuro piano industriale, alla conferma di tutte le garanzie occupazionali per tutti i dipendenti di Acciaierie e per quelli in Ilva As. Per la Fim l’accordo è possibile solo se sancirà che non ci sono esuberi strutturali. Se tutti i sindacati lavoreranno nella stessa direzione potremo fare un buon risultato».